Imprinting, istinto, archetipi nell’evoluzione [IF80focus]

Gli archetipi permanenti e gli archetipi transitori. Ultimamente avevamo parlato, se voi ricordate, di “moduli della realtà”. Prendiamo un minerale: certamente il minerale, pur essendo una forma evolutiva, non è possibile che sia governato nella sua evoluzione dagli archetipi.

Anche perché, non possedendo un corpo akasico ma essendo molto limitato in tutti i suoi corpi, è ben difficile che le vibrazioni degli archetipi – che entrano in funzione quando si tratta ormai di evoluzione di tipo umano, quindi con tutto un insieme di corpi strutturati in una certa qualità – è impossibile, dicevo, che il minerale possa avere la sua avanzata evolutiva modulata, modellata, attirata dallo scampanio degli archetipi permanenti.

Però, come abbiamo detto, alla fin fine il cosmo – attraversato dalla vibrazione prima – è costituito, a ben vedere, da una serie di moduli, di schemi che si ripetono, aventi le stesse funzioni, a ben vedere, per situazioni differenti. Cos’è, allora, che modula l’evoluzione del minerale?

D – Le leggi naturali.

No. È qualcosa che deve risuonare nel minerale stesso; deve appartenere al minerale, per poterlo modulare.

D – L’imprinting?

Brava! Quindi, si può dire che, per la vita minerale, il modulo che spinge verso l’evoluzione, lo scampanio che attira verso l’evoluzione successiva è costituito dall’imprinting; ovvero da questi “modelli”, questi “stampi” di vibrazione che si sono andati a iscrivere all’interno della materia a cui appartiene quel tipo di minerale.

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A questo punto, immagino che siate così intelligenti che sarà facilissimo rispondere alla domanda “qual è il modulo che smuove l’evoluzione a livello animale?”.

D – L’istinto.

Certamente. Questo è il successivo “modulo” che è necessario affinché l’evoluzione dell’animale continui, si evolva, e arrivi un po’ alla volta ad affinare i propri corpi fino a rendere necessario il passaggio dell’individualità alla forma “uomo”. 
Questo, cosa significa? Significa che l’imprinting non è più necessario?

D – È superato.

Non è superato. Comunque sia, fa parte dell’individuo, è uno degli elementi che l’ha costituito, è una cosa acquisita e, quindi, resta nell’individuo stesso; tant’è vero che, se ricordate, avevamo detto che questo orientamento della materia che avviene nei corpi dell’individuo fin dal suo incarnarsi attraverso la materia minerale, dà la forma a quello che sarà il suo percorso evolutivo; incomincia a tracciare la strada, il percorso che l’individuo avrà.

Quindi, non commettete l’errore di pensare che, quando un modulo non è più l’elemento più importante – apparentemente – per portare avanti l’evoluzione dell’individuo (e quindi, di conseguenza, anche di tutta la razza), questo modulo non esista più o non abbia più alcuna importanza, non sia più necessario; in realtà è entrato a far parte dell’individuo, non ha più funzione di costituire, ma lascia il suo segno e, quindi, è parte attiva, integrante e strettamente necessaria perché l’individuo continui a progredire secondo quell’indirizzo dato da quel modulo all’interno dell’evoluzione che porta avanti nel cosmo.

D – Scusa, Scifo, ma allora, per esempio, il passaggio dall’animale all’uomo potrebbe essere l’aggregazione fra l’imprinting e l’istinto?

No, no. L’istinto, secondo modulo che abbiamo stasera definito per far procedere l’evoluzione dell’individuo (limitiamoci all’individuo per semplificare le cose), un po’ alla volta diventa qualcosa che fa parte dell’individuo ma non ha più la preminenza assoluta, non è più quello che domina primariamente lo svolgersi dell’esperienza dell’individuo, ma questa avverrà attraverso l’aggancio a un nuovo modulo che risuonerà all’interno dell’individuo e che darà un tono diverso – non diverso come “qualità”, ma diverso come “quantità” all’interno dell’individuo – per portare l’individuo a evolversi attraverso o grazie al nuovo corpo che possiede, che sarà poi il corpo akasico. Questo modulo, naturalmente, è costituito dalle vibrazioni provenienti dagli archetipi permanenti.

D – All’ultima incarnazione animale c’è già un po’ di corpo akasico costituito, mi sembra.

Sì, c’è già. Chiaramente, se dovessimo parlare di tutte le sfumature, sarebbe una cosa immane; non penso che varrebbe poi la pena. È chiaro che è meglio, è più semplice, riuscire a spiegare tutta la teoria parlando dei casi limite, dei casi più fissi, più sicuri, in modo da poter avere una visione tranquilla, per scalini, di tutto il discorso.

Quindi, ecco che abbiamo questi tre moduli: l’imprinting, l’istinto e gli archetipi permanenti, che sono tre richiami all’evoluzione.
Considerate un attimo le forme di evoluzione che noi vi abbiamo citato nel tempo; quali sono? Le avete citate anche voi questa sera.

D – Forma, materia e coscienza.

Evoluzione della materia, della forma e della coscienza. Allora pensate un attimo, correlazionando i tre moduli che abbiamo dato con queste tre forme di evoluzione, che – ripeto – non sono “una” o “l’altra” ma sono spesso, anzi sempre contemporanee, in realtà.

L’evoluzione della materia è governata principalmente dal modulo dell’imprinting; essendo l’imprinting quello che dà l’orientamento alle materie, è chiaro che la materia è regolata principalmente, essenzialmente, a questo livello, attraverso l’imprinting.

L’evoluzione della forma non può essere che regolata dall’istinto. Voi sapete che, grazie ai bisogni dell’animale, grazie alla sua reattività all’interno dell’ambiente in cui l’animale vive, nel corso dei millenni l’animale acquisisce un istinto che molte volte porta anche alla modificazione genetica e alla trasformazione dell’animale stesso.

Pensate alle trasformazioni che ci sono state in certi tipi di animali, ad esempio, dall’era glaciale all’era successiva; cioè da un bisogno di vivere in un ambiente estremamente freddo a trovarsi, gradatamente, a vivere in un ambiente in cui tutte le difese che la forma aveva messo in atto per difendersi dal freddo non erano più strettamente necessarie e indispensabili. Mi sembra, quindi, evidentissima questa relazione.

Come altrettanto evidentissima mi sembra la relazione tra l’evoluzione della coscienza e il terzo modulo, che è quello degli archetipi; i quali, col loro rintoccare, un po’ alla volta spingono, o meglio, tirano la coscienza dell’individuo verso quelle vibrazioni che essi emettono al fine di far comprendere l’individuo e quindi di farlo arrivare ad acquisire nuova evoluzione.

D – La legge naturale, in tutta questa evoluzione, serve soltanto a preparare l’ambiente?

La legge naturale è necessaria, indispensabile, perché tutto questo avvenga!

D – Quindi è qualche cosa che prepara tutto l’ambiente esterno a questa…

Non prepara l’ambiente esterno: collabora con i moduli. Pensa al minerale (per fare l’esempio più semplice): come potrebbe avvenire l’imprinting se non vi fosse la reazione del minerale all’ambiente in cui è inserito?

Cercate di arrivare a ottenere questa visuale dei discorsi che vi abbiamo fatto, considerando gli elementi non ognuno a stante ma tutti compenetrantisi; non a caso vi avevamo detto ultimamente che dovete pensare alle vibrazioni della “vibrazione prima” come dirette orizzontalmente e quelle degli archetipi dirette verticalmente; è chiaro che i due punti si incontrano, in qualche momento, e sono questi punti d’incontro quelli che costituiscono i passaggi evolutivi dell’individuo.

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