L’Io e l’inconscio: esempio del PC [IF1]

Vi abbiamo ascoltati parlare dell’Io e dell’inconscio; quell’Io e quell’inconscio che noi da così tanto andiamo trattando. L’Io, questo personaggio fantomatico che – secondo le parole dei Maestri – va compreso e superato. L’Io, questa cosa sfuggente, incomprensibile, eppure in qualche modo palpabile. 

Per comprenderlo, l’Io deve essere conosciuto. Per comprenderlo, l’Io deve essere esplorato, osservato, deve essere in qualche modo esperito, compreso, conosciuto nelle sue movenze, in ciò che produce, nei suoi frutti. Com’è possibile far questo, figli?

Una delle strade che più spesso vi abbiamo invitato a percorrere è quella dell’osservazione di voi stessi, in quanto il vostro Io traspare proprio principalmente da ciò che voi siete all’interno del mondo in cui vivete e da come vi andate a rapportare con ciò che vi circonda. 
E questo vi risulta sempre molto difficile da fare, distolti dalle lusinghe, o da quegli interessi, o da quei bisogni che vi circondano, che vi attraggono, che talvolta vi  respingono e che, pure, anch’essi fanno parte di questa collisione di “Io” che circonda voi stessi, il vostro stesso modo di essere, di sentire
Eppure, molti altri modi vi sono per aggirare questo ostacolo e cercare di comprendere, di scoprire, di conoscere, di svelare in qualche modo quello che il vostro Io è per voi. Rodolfo

Eh già: l’Io. 
Io mi chiedo: “E’ mai possibile – in realtà, come accade a me – non aver compreso bene che cosa sia l’Io?”.
Io ho sentito le vostre discussioni e mi hanno colpita alcune cose. Ad un certo punto, qualcuno tra voi ha detto: “L’Io è consapevole di questo, l’Io è consapevole di quell’altro”…

Ricordate? E allora mi sono detta: “Qua c’è qualcosa che non quadra”.
Come può l’Io essere consapevole?
Se non ricordo male l’insegnamento, la consapevolezza è qualche cosa che riguarda il sentire, che riguarda la coscienza, no? 
L’Io non può avere sentire o coscienza, non è un’entità che compie un cammino evolutivo! 
O no? Zifed

D – Io ho detto “consapevolezza” perché so che la consapevolezza è un attributo dell’individualità – nell’insegnamento – ed ho usato questo termine per dire il fatto di essere coscienti di quello che uno compie sul piano fisico.

Sì, sì, ma non sei stato solo tu ad usarlo; sono state parecchie persone ad usare questo termine. Però questo discorso era per ribadire questo concetto, ovvero: l’Io non può essere consapevole, l’Io non ha sentimenti, l’Io non pensa, l’Io non ha un sentire, l’Io non ha un perché.

Tutti i discorsi che si possono fare figurativamente riferiti all’Io in questo senso sono soltanto per poter dare una spiegazione, ma, in realtà, l’Io non è altro che un meccanismo, non ha una sua vita particolare; anzi, in realtà, l’Io non esiste neppure!
E’ soltanto una parola per designare “qualche cosa” che riguarda il modo di essere dell’individuo! 
Capite questo? Non so, mi sembra di no dalle risposte. Se volete chiarimenti chiedete.

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D – Sì, se lo puoi spiegare un po’ meglio, forse… fare un piccolo esempio.

E’ la concezione proprio dell’Io che, in molti casi, avete sbagliata: l’Io non esiste!
L’Io è un modo di agire, è una reazione a ciò che è interno all’individuo, non ha una sua vita propria, non ha in realtà una libertà d’azione perché è condizionato da ciò che viene dall’individuo. 
E’ un po’… come si può dire? 

Prendiamo, ad esempio, un calcolatore elettronico, un computer. Sì, diventiamo moderni; facciamo conto di avere un bel computer, con tutti i suoi vari trabiccoli: lo schermo, la tastiera, il “coso” con il disco – che non so come si chiama – la persona che batte sopra la tastiera, la sua bella presina che lo attacca alla corrente, e via dicendo.

Allora, l’individualità che cos’è? L’individualità non è altro che tutto il computer con tutto il suo assieme di cose; cioè, ripeto, tutte le varie componenti che ho appena citato.
Poi c’è l’inconscio. Cos’è l’inconscio? Secondo voi, cosa può essere l’inconscio in questa configurazione elettronica? 

D – La memoria…
D – La memoria di massa…

Ehm… sì, diciamo sì: di Massa, di Carrara, di Pistoia…
Battuta a parte, voi sapete che, quando accendete un computer, si mette in movimento qualche cosa che voi non sapete cos’è e questo può essere considerato l’inconscio (logico, considerando il computer come se fosse l’individualità) che prepara, mette il computer in grado di interagire con l’operatore, no?
Quindi, c’è qualcosa che si muove all’interno ed ecco che questa individualità computerizzata è pronta ad interagire.
Questo “qualche cosa”… che poi probabilmente sarà quella cosa che ha detto il signore lì…

D – Il sistema operativo.

Il sistema operativo! Supponiamo, dunque, che possa essere assimilato a quello che è l’inconscio per ognuno di voi. Va bene? 
A quel punto cosa succede? Non basta per far funzionare tutto il sistema: giusto? Allora ci sono i programmi. Ecco che si fa partire un programma, e questo programma dà la possibilità di interagire con l’esterno, con il battitore (come si dice?) No, non il battitore: con l’operatore.
Allora vediamo: questo programma, secondo voi, cosa potrebbe essere?

D – Potrebbe essere l’Io.
D – L’Io è il programma.
D – No… no…
D – L’Io è la macchina
D – L’Io siamo noi; cioè l’operatore è l’Io, per me.

Dunque, il sistema operativo potrebbe essere l’inconscio, quello che lavora e non si sa cosa sta facendo in quel momento, perché è inconscio.
Il programma che si mette dentro e che permette di… (mi si dice qui un termine difficile, non so se è giusto; spero di averlo decodificato bene) di “interfacciarsi” con la persona che sta alla consolle, si potrebbe dire che è il conscio. Il conscio perché si sa come funziona questo: si vede.

L’Io è quello che compare sullo schermo! E’ la reazione tra l’inconscio e il conscio. E’ il risultato! 

Compare da solo, compare come conseguenza, non ha una vita propria! Se noi eliminiamo il conscio, l’Io sparisce.
Per completare il quadro, cosa può essere l’operatore?

D – Il corpo akasico

Brava! Bravissima, il corpo akasico. Quello che dà i dati per far sì che tutto l’insieme di inconscio e di reazione, di conscio faccia vivere questo computer. Giusto? 
Però non basta ancora, perché se non ci fosse la scintilla della corrente non si muoverebbe niente! Quindi c’è la scintilla.
I programmi ripeto sono la parte conscia. Zifed

Con l’identificativo [IF] sono contrassegnati i post/materiali relativi all’insegnamento filosofico contenuto nella collana Dall’Uno ai molti del CI.
La pubblicazione di questo materiale richiederà anni, in esso è contenuto il contributo più importante della quarantennale esperienza del Cerchio Ifior.


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8 commenti su “L’Io e l’inconscio: esempio del PC [IF1]”

  1. Capire tramite lo esempio del computer per me non è Il massimo, perché Xifed, in questo è in altro sono assai tarda. Ma capisco cosa hai voluto trasmetterci. grazie ad altre letture sempre tratte dai vostri testi.

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  2. Questa lettura ci dice che l’Io non esiste,non essendo un’entità, ma è un meccanismo, una reazione a ciò che è interno all’individuo. E’, rispetto al paragone con il PC, lo schermo: analizzando ciò che compare sullo schermo posso risalire ai meccanismi che lo hanno prodotto ed eventualmente agire su di loro per modificare quello che sullo schermo appare. Mi viene da dire che l’operatore svolge un ruolo essenziale essendo artefice primo di ciò che si realizza sullo schermo.
    Tornando all’individuo quindi, sono in grado di conoscere l’Io analizzando le reazioni che si producono attraverso le relazioni nel senso più ampio. Siccome sappiamo che è attraverso la conoscenza che si innesca il meccanismo che passa attraverso la consapevolezza per arrivare alla comprensione e che quest’ultima è in grado di “modificare” il corpo akasico, ne consegue che l’indagine e la conoscenza dell’Io è la chiave d’accesso (forse non la sola) per favorire il cammino da ego ad amore.
    Non so se ho fatto confusione, so invece che questa indagine mi appartiene particolarmente ora!

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  3. Immagine molto chiara grazie! È un peccato però constatare che la maggior parte delle persone non conoscendo il “sistema individuo”, punta tutto sull’io.

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  4. Letto più volte, ma fatico ad assimilare alcuni concetti a causa di quella interpretazione del nostro funzionamento e della relazione tra conscio ed inconscio che ci portiamo dietro dagli studi di Freud. Chiaro invece il concetto di Io come risultante di una relazione che parla appunto di quelle componenti che si relazione fra loro. Ma alla fine ciò che conta è quello che appare sullo schermo e il poterlo modificare con nuove comprensioni.
    Da continuare a leggere.

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