Perché è impossibile definire e quantificare l’intelligenza

Intelligenza: pochi elementi tipici dell’essere incarnato sono stati altrettanto sottoposti a tentativi di quantizzazione e di definizione, eppure l’intelligenza in realtà è sempre sfuggita a una tipologizzazione di qualche tipo.

Pensate un attimo: se doveste definire, voi personalmente, che cos’è l’intelligenza, come la definireste? Forse qualcuno di voi potrebbe dire che l’intelligenza è definibile dalla capacità di un individuo di risolvere i problemi, che so io: i problemi matematici.

Però io vi dico: sono esistiti nel tempo individui, per tutte le altre loro manifestazioni, idioti, i quali però sapevano risolvere velocemente operazioni matematiche, problemi matematici anche di una certa complessità; allora questi individui erano idioti o intelligenti?

Un’altra possibilità di definizione può far riferire l’intelligenza alla capacità da parte dell’individuo di adattarsi alle situazioni che gli si presentano, però – aggiungo io – anche le piante si adattano alle situazioni che si presentano loro, forse che le piante sono intelligenti come un essere umano? La loro intelligenza, se esiste, è dello stesso tipo?
Per non parlare, ancora, delle persone con particolari evidenti problemi psichici e psicologici che, pure, riescono ad adattarsi alle situazioni più disparate: è evidente che neanche questo può essere un metro di definizione di che cosa sia l’intelligenza.

In realtà definire l’intelligenza è veramente un problema di difficile soluzione, e l’ha reso ancora più difficile il fatto che, nel tempo, tutti coloro che hanno cercato di risolverlo hanno cercato di farlo partendo dal presupposto che l’intelligenza risieda nel cervello dell’essere umano, quindi in quella parte transitoria dell’individuo incarnato che funge da intermediario tra ciò che il corpo mentale di quell’individuo elabora come pensieri, e ciò che poi arriva a manifestarsi all’interno del piano fisico.

Il cervello, come abbiamo detto già in passato, non è altro che un ricettore di ciò che dal corpo mentale arriva, un trasformatore di quegli impulsi che il corpo mentale elabora, vibrazioni che sono associabili a concetti e che vengono tradotti poi, dagli individui, in parole manifestate, appunto, nel corso dell’esistenza.

L’intelligenza allora potrebbe essere immaginata, come sua sede, all’interno del corpo mentale, forse tutti voi pensate che sia la cosa più logica…

[…] In realtà se pensate al concetto di intelligenza, esso sottintende il fatto che colui che la possiede abbia una qualche capacità di interagire, di interferire, di creare all’interno della realtà; senza detta capacità, chiaramente, resterebbe passivo, quindi non vi sarebbe nessuna possibilità di intelligenza.

Ma voi sapete, perché lo abbiamo detto di recente, che alla fin fine neanche il corpo mentale, in fondo, crea nulla; come nel corpo astrale i desideri e le emozioni non sono creati dal corpo astrale, così nel corpo mentale i pensieri che egli elabora non sono creati dal corpo mentale ma sono delle risposte alle sollecitazioni che provengono dai suoi bisogni evolutivi all’interno del suo corpo della coscienza.

Quindi, se proprio si volesse cercare di trovare una definizione al concetto di intelligenza, questa definizione andrebbe riferita al corpo akasico, al corpo della coscienza, il quale però, d’altra parte, anch’egli non crea nulla da solo, ma è mosso dal suo desiderio, dal suo tentativo di conoscere, di allargare la comprensione di se stesso dalla spinta che viene… da che cosa?

Dalla parte più elevata, quella che è più vicina all’unione col Tutto, dalla Scintilla. Ecco, quindi, che, ancora una volta, il concetto di intelligenza andrebbe spostato ancora più in alto, fino alla scintilla, e a questo punto il passo per arrivare a spostare il concetto di intelligenza alla divinità è molto breve.

In definitiva tutta la fatica fatta dagli studiosi per cercare di definire l’intelligenza sono stati frustrati nel tempo e continueranno a restare frustrati nel tempo, anche perché essi si limitano, solitamente, a cercare un’intelligenza riferita all’Io dell’individuo e siccome l’Io dell’individuo non esiste ma è una reazione di altre componenti, essi non faranno altro che trovare definizioni parziali di qualche cosa di parziale che, in realtà, è un’illusione.

Ecco quindi che l’intelligenza, nella sua vera essenza, in ciò che veramente è, non potrà essere compresa fino a quando non verrà considerato l’individuo come un tutt’unico con una Realtà molto più ampia di quella che è manifesta all’interno del piano fisico, cosa che la scienza, solitamente, tende a non fare. Scifo

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Sì, d’accordo, io mi sono sempre ritenuta intelligente, evidentemente sbagliavo, sono sciocchina! Pazienza! Ma mi ritrovo qua adesso con tutte queste cose che hanno tirato fuori le Guide con una confusione, con una confusione che è quasi uguale alla vostra… quasi… non è proprio così.

Corpo mentale inferiore, corpo mentale superiore, Io non-Io… fin dove arriva l’Io, qual è l’Io, dov’è l’Io? È il corpo mentale inferiore? C’è il corpo fisico, il corpo astrale e il corpo mentale inferiore, o c’è corpo fisico, corpo astrale e corpo mentale inferiore e corpo mentale superiore? Il corpo mentale superiore è collegato all’akasico, non fa parte dell’Io… o sì?
Oh mamma mia! Io non ci capisco più niente… non so voi ma penso peggio! Zifed

Mia cara Zifed hai dimostrato che non sei poi molto intelligente, alla fin fine: è ovvio, è evidente, è lapalissiano che il corpo mentale superiore non può che appartenere all’Io!
Infatti l’Io nasce – come abbiamo detto e ripetuto più volte – dall’interazione dei tre corpi transitori dell’individuo, e questi tre corpi transitori sono corpo fisico, corpo astrale e corpo mentale (inferiore e superiore); quindi questo significa che anche il corpo mentale superiore fa parte dell’Io, non mi sembra che sia poi così dif6cile da comprendere!

Che poi il corpo mentale superiore sia più sotto l’influenza del corpo akasico, e il corpo mentale inferiore più sotto l’influenza dell’Io è un altro discorso. Ciò non toglie che entrambe le due parti del corpo mentale concorrono a formare quello che è l’Io nella sua generalità di manifestazione all’interno del piano fisico. Vi sembra chiaro? Bene, avete qualcosa da chiedere?

D – L’intelligenza parte dalla scintilla, però soggettivamente, individualmente, viene – diciamo – ridotta no, dipende dalle caratteristiche oppure dal percorso che deve fare I’individuo…

Ma caro se non sappiamo che cos’è… se non troviamo una definizione di intelligenza come possiamo dire se viene ridotta o meno? Dimmi cos’è che viene ridotto…

D – Io penso che dal punto di vista umano ci siano persone che appunto dimostrano una intelligenza – forse dipende diciamo dalla struttura del cervello e del corpo mentale – per cui…

Dimostrano quella che, comunemente, viene definita intelligenza, ma non è detto che sia intelligenza: hanno delle capacità, delle abilità di risolvere dei problemi o di adattarsi alle situazioni, ma sono tutti elementi che fanno parte della vera intelligenza, quella molto più ampia che fa parte poi della realtà superiore…

D – Quindi, potenzialmente, sono tutti intelligenti gli esseri?

Ma certamente! Quindi anche la persona più sciocca che potete incontrare, molto probabilmente, è molto più intelligente di quello che immaginate, anzi non «molto probabilmente» bensì «certamente».

Tenete conto, intanto, che non potete neppure giudicare l’intelligenza di una persona da quello che la persona manifesta all’interno del piano fisico, perché potrebbe essere che ha bisogno di manifestare un certo tipo di comportamento, potrebbe essere che il suo ricettore sul piano fisico, il suo cervello, sia strutturato in modo tale da percepire soltanto una parte dei pensieri che vengono elaborati e, quindi, che le sue reazioni siano parziali perché finalizzate a comprendere determinate cose, tendendo a ignorare le altre, dando così l’impressione di ottusità o di sciocchezza.

È un po’ difficile, a questo punto, poter dire se una persona è più intelligente o meno intelligente di un’altra. E qua ci ritroviamo, ancora una volta, davanti al famoso «non giudicare» che più di una volta vi diciamo: non potete giudicare gli altri, non potete giudicare la loro intelligenza, il loro comportamento, poiché nulla sapete di ciò che gli altri sono, per lo meno sinché la vostra consapevolezza è collegata a quello che è il vostro Io sul piano fisico; certamente se la vostra consapevolezza fosse invece collegata, quanto meno, alla vostra comprensione sul corpo akasico, allora sì potreste anche fare un confronto tra un altro individuo e voi, ma certamente quando ciò accadrà non proverete nessun desiderio di far confronti perché vi sentirete uguali agli altri.

D – Ho pensato che forse potrebbe essere considerata intelligenza la capacità di trarre le esperienze attraverso il corpo mentale e di farle fluire all’akasico, ma neanche in quel caso lì si adatta, cioè anche se non c’è merito per carità, ognuno lo fa in effetti in una misura o nell’altra. Nemmeno quello può essere considerato intelligenza?

Non soltanto, ma nel tuo ragionamento c’è un errore di fondo molto grosso, poiché non vi è nessun caso in cui un’esperienza compiuta sul piano fisico non porti dei dati al corpo akasico, quindi questo significa che tutti, allora, da quel punto di vista, siete intelligenti allo stesso identico modo.

D – Ma ci sarà anche un’altra spiegazione o questo vuol dire che dovremmo eliminare dai nostri vocabolari la parola intelligenza?

Se tutto quello che non riuscite a classificare lo eliminaste dai vostri vocabolari, i vostri vocabolari diverrebbero molto poveri! Intelligenza, come tanti altri termini che voi usate, è una parola o un simbolo che serve in determinate circostanze, può essere utile, ha la sua valenza positiva, la sua valenza negativa e, comunque sia, se esiste e se si è formata nel tempo all’interno dei vostri vocabolari è perché vi serve per mettere in moto certe meccaniche, nel corso delle vostre vite, che vi devono insegnare qualcosa.

Sarebbe come se voi diceste che per evitare di cadere nelle trappole dell’Io, la parola «Io» dovesse venire bandita dai vostri discorsi… potreste anche farlo, ma non eliminereste l’Io, e non soltanto: riuscireste anche a nascondervi buona parte delle cose che fate sotto la spinta di questa creatura illusoria che tutti quanti possedete. Scifo


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2 commenti su “Perché è impossibile definire e quantificare l’intelligenza”

  1. Spesso, conseguentemente a esperienze dirette, ho affermato che l’intelligenza è la capacità di essere in grado di chiedere aiuto, o meglio la capacità di permettere la visione dell’altro.
    Ancora meglio la capacità di vedere oltre il proprio io.

    Questo post aggiunge ancora

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