Rabbia16: le modificazioni e le interferenze dell’Io [A40]

D – Io non ho capito una cosa; nel momento in cui la rabbia viene usata dall’Io, la vibrazione che sta tornando su sparisce? È già tornata su e interviene l’Io? Rimane un attimo ferma?

Dunque: la vibrazione sta tornando indietro, torna indietro, attraversa l’Io, cioè attraversa il corpo fisico, il corpo astrale e il corpo mentale e ritorna al corpo akasico. Questo è il percorso lineare, normale, però cosa succede? Succede che, attraversando corpo fisico, astrale e mentale, mette in moto le materie di questi piani anche nel ritorno, in maniera diversa da come era successo all’andata, ovviamente, perché c’è stata un’esperienza in più. Ecco, quindi, che l’Io reagisce a queste vibrazioni di ritorno.

D – Non ha reagito all’andata, hai detto?

Certamente che ha reagito all’andata! La vibrazione è già tornata su, però la materia che ha coinvolto all’interno dei corpi inferiori continua a vibrare in conseguenza di questo passaggio di dati di esperienza; continua a vibrare e resta nell’Io che in qualche modo gestisce poi la cosa al suo interno.

Se ricordate il famoso “schema”, c’è il ciclo che passa dall’akasico all’akasico ma poi, all’interno di ogni piano, c’è un ciclo ulteriore. Diciamo che questi 3 cicli (il ciclo fisico, il ciclo astrale e il ciclo mentale) comunque sia son modificati nella vibrazione di ritorno e creano un ciclo diverso da quello di prima, quindi creano la modificazione dell’Io.

D – Scifo, ma l’Io è in grado in questo modo di riprodurre fittiziamente delle vibrazioni simili a quelle prodotte dalla vibrazione vera, che si fa il suo giro e che, quindi, ha radice nell’akasico, scende e torna su per i suoi scopi? L’Io, nel momento in cui ha colto qualcosa che gli interessa, all’andata o al ritorno, è in grado di riprodurre in qualche modo quelle condizioni proprio, per esempio, per mantenersi arrabbiato 3 giorni, senza che questo in realtà all’akasico possa minimamente interessare?

Riprodurre no, cercare d’imitare sì. Senza dubbio cerca d’imitare. Pensate, per esempio, a quelli che fanno i maestri senza essere dei maestri; cercano d’imitare quella che è la loro idea di essere maestri e la propongono, facendo delle misere figure, molto spesso.

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D – Quindi la vibrazione dell’akasico sale e scende praticamente pulita sia all’andata che al ritorno, eventualmente è la materia dei tre corpi inferiori che si modifica; però poi arriva all’akasico quello che deve arrivare e basta.

Certo. Nel passaggio, la vibrazione dell’akasico fa risuonare la materia attraverso cui passa.

D – Praticamente il passaggio, così come è stato descritto stasera, ci sembrerebbe abbastanza lineare; però quello che si perde è quello che possiamo fare noi in tutto questo, oppure quali sono le nostre resistenze, perché in qualche modo noi ci opponiamo comunque a questo passaggio di energie in entrata e in uscita. Sennò, a questo punto, noi saremmo soltanto degli spettatori di ciò che ci accade; però in realtà noi possiamo velocizzare un pochettino meglio il nostro percorso evolutivo.

Certamente; e qual è il modo migliore per velocizzare? Quello di opporre meno resistenza possibile alle vibrazioni dell’akasico.

D – Quindi noi di fatto opponiamo comunque della resistenza…

Certo. Nel momento in cui la vostra materia reagisce alla vibrazione dell’akasico, crea delle vibrazioni che in qualche modo ostacolano il fluire della vibrazione dell’akasico.

D – Quindi noi ostacoliamo sia le vibrazioni dell’akasico, quindi in entrata, cioè quelle che poi provocano la reazione sul piano fisico, sia al ritorno? Cioè, in qualche modo noi questi canali ascendenti e discendenti non li teniamo puliti?

Certamente.

D – Tramite l’Io noi captiamo queste cose e le utilizziamo a vantaggio di questo Io che poi, in realtà, dovrebbe essere uno strumento positivo ma in questo modo non fa altro che rallentarci, usato male.

E create dei circoli virtuali all’interno del circolo, e la somma dei circoli provoca delle interferenze, ovviamente.

D – Sì, e come facciamo a non provocare interferenze?

Conoscendo voi stessi!

D – Rispetto a quello che è stato detto questa sera, mi si è un po’ modificato il concetto di evoluzione; perché se ho capito correttamente allora c’è questo ciclo che parte dall’akasico come richiesta di dati, fa la sua esperienza e ritorna su; e lui fa il suo ciclo costantemente. Questo ciclo passa attraverso il nostro Io, ovviamente, le nostre convinzioni, quello che riteniamo giusto o sbagliato, ed è questo che noi dobbiamo modificare! Attraverso l’esperienza avremmo la possibilità di modificarci, però noi rimaniamo rigidi…

Sì, direi di sì, in linea di massima.

D – Per fare un esempio  ritorno al discorso di prima. Si potrebbe immaginare il corpo akasico come un forno a microonde. Se io prendo una tazza d’acqua e la metto dentro, acqua pulita, questa entra in risonanza e va in ebollizione, e tutto avviene senza nessun intoppo; se io prendo una fetta di torta e la metto dentro, ci saranno alcune componenti che entrano in risonanza e fanno il loro lavoro, ci saranno altre componenti che, per come sono fatte, non entrano in risonanza con queste onde e, di conseguenza, ci sarà una parte della torta che si scalda più in fretta e una parte che si scalda di meno. Lo scopo sarà quello di riuscire a far sì che tutta la fetta di torta si scaldi in modo uniforme.

Sì, è un buon esempio, potrebbe essere un buon esempio.

D – Le risposte che mi hai dato alle domande che ti ho fatto stasera erano assolutamente rassicuranti ma, nonostante questo, il mio Io è qua sulla difensiva! Cioè, io provo fisicamente questa tensione che in qualche modo traduco così e non me la spiego!

Invece è semplicissimo da capire: perché si sente minacciato! Perché il passo successivo, è quello di applicare la logica di quello che ho detto e quindi comprendere cos’è che bisogna cambiare, quali sono gli errori. L’unico passo successivo da poter fare è quello! Se tutto quello che ho detto ti sta bene, se hai compreso le meccaniche, il passo successivo è quello di metterle in atto! Scifo

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