Rabbia 17: l’unità del circolo dei dati, l’unità dell’Io [A41]

D – Una volta che parte la richiesta di comprensione dall’akasico, e noi abbiamo i corpi strutturati per la comprensione, c’è l’ambiente giusto ma noi non comprendiamo, quindi la richiesta all’akasico torna indietro: cosa succede ai vari corpi?

Nell’akasico non succede niente di particolare; succede che, se c’è stato qualche elemento utile ad aggiungere qualche tassello, sistema il tassello e fa ripartire la vibrazione. La vibrazione riprende il suo giro, magari leggermente modificata in base a quello che è stato sistemato. Per quello che riguarda, invece, i corpi inferiori, la situazione dipende tutta da quali sono state le reazioni dell’Io nel momento in cui è stato attraversato dalla vibrazione.

D – Io mi immagino: parte la richiesta e avrei tutti gli strumenti, la situazione sarebbe ideale, mi giro dall’altra parte (tra virgolette), quindi torna in su questa richiesta non soddisfatta, succederà qualcosa quando passa nei vari corpi?!

Beh, succede che, se ti sei girata (metaforicamente) dall’altra parte per non vedere la richiesta e non soddisfarla, la vibrazione torna su tranquillamente, ma siccome è molto paziente, non ha nessuna fretta, torna giù e ci riprova la volta successiva.

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D – Ecco, ma se questa vibrazione parte e poi si trasforma attraverso il carattere in rabbia, non possiamo girarci!

Certamente, fino a quando non ti chiederai il perché e non soltanto il corpo akasico comprenderà, ma ci saranno i riflessi di questa comprensione anche nell’Io, perché ricordate che poi l’Io riflette a sua volta le comprensioni del corpo akasico; non è che non le rifletta, eh! Non è soltanto parte negativa, l’Io, c’è anche la parte positiva!

D – Io potrei non comprendere mai, tanto l’akasico è paziente, lui…
Non puoi non comprendere.

D – Allora, abbiamo discusso di due fatti. Uno riguardava il dover manifestare la rabbia per forza perché questa possa dare il massimo frutto sia per se stessi che per gli altri.

No, questa direi che è una sciocchezza, perché non è necessario che la rabbia sia espressa per forza, e poi bisogna vedere come è espressa la rabbia, proprio perché i massimi effetti si hanno quando la vibrazione porta la comprensione, e non è detto che la comprensione avvenga dopo un picco di rabbia molto violento, ad esempio, più che dopo un picco di rabbia che si scioglie immediatamente.

D – Quindi si può ottenere la massima esperienza anche contenendo la rabbia?

Certamente. Anche addirittura nascondendo la propria rabbia si può ottenere il massimo della comprensione. Dipende sempre da quanta consapevolezza c’è all’interno dell’individuo.

[…] L’importante è capire i concetti fondamentali, quindi questo circolo, questa unità del circolo e delle cose che attraversa; così come è importante capire l’unità dell’Io: che l’Io non è soltanto il vostro corpo fisico, o il vostro corpo astrale, o il vostro corpo mentale, ma è l’insieme dell’interazione di questi 3 corpi, che non sono disgiunti uno dall’altro e nessuno è più importante dell’altro.

Nessuna parte di un corpo ha più importanza di un’altra parte dello stesso corpo, ma sono tutti essenziali per la costituzione della vostra realtà, per la costituzione di voi stessi; tutti essenziali alle vostre possibilità di evoluzione. Io posso capire che chi è tendenzialmente emotivo possa pensare che è più importante il corpo astrale, o chi è tendenzialmente razionale pensi che sia più importante il corpo mentale; in realtà non è assolutamente vero! Al corpo fisico, naturalmente, nessuno fa caso, non è proprio importante pazienza, ce lo teniamo, è sufficiente.

D – Rispetto a una richiesta di comprensione dell’akasico, la rabbia è uno squilibrio vibrazionale molto forte.

Immaginatevi una valanga, che parte dal vostro corpo akasico, che è la vetta della montagna, rotola giù attraverso i vostri corpi, si ricopre (come sono solite fare le valanghe) di materia a mano a mano che attraversa i diversi tipi di materia e poi alla fine “splash”, si spiaccica all’interno del piano fisico nel momento dell’esperienza.

D – Esatto, ma quello che io mi chiedevo  allora a questo punto una forte emozione come potrebbe essere la rabbia, però potrebbe essere anche un grande dolore. È come si ricopre che ci dà la connotazione di grande dolore o di grande rabbia; in realtà è un grande squilibrio e basta.

Certamente, cambiano soltanto le manifestazioni e basta. Difatti, se ricordi, avevamo detto: prendiamo come esempio la rabbia perché è la cosa più eclatante, però poi è un procedimento che vale per tutte quelle che voi chiamate emozioni.

D – Nel momento in cui viene a mancare la persona che mi era cara, io reagisco?

Certamente: “Io” reagisco! Tutti quando si è incarnati si reagisce! L’Io di tutti quando è incarnato reagisce a tutto quello che succede; ogni privazione che l’Io avverte, per lui è un danno, una mancanza, un insulto. Scifo

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