Cristallizzazione, disturbo mentale, anoressia [A86]

D – Volevo sapere se è considerata cristallizzazione anche quando mi accorgo di avere un comportamento ripetitivo, un pensiero ripetitivo, però non sono in grado di capire come uscirne, cioè non comprendo cosa mi serve per cambiare la mia modalità. Io so che c’è ma non so cosa fare per cambiarlo.

Forse di questo non abbiamo parlato abbastanza ed è un argomento interessante specialmente per le vostre vite di tutti i giorni. Noi abbiamo enfatizzato la cristallizzazione affinché dall’esempio più eclatante, più grosso e più forte voi poteste capire tutte le diramazioni che questo può avere. Però non è necessario che vi siano delle grandissime cristallizzazioni, le cristallizzazioni possono anche essere piccole, vi possono essere delle piccole incomprensioni che non vengono accettate e quindi provocano delle piccole cristallizzazioni all’interno dei corpi dell’individuo: invece di avere un macigno all’interno del flusso delle vibrazioni dall’akasico al fisico avremo della ghiaia.

Ed ecco i casi in cui vi è un comportamento reiterativo, ripetitivo all’interno del piano fisico e non si capisce e non si riesce a capire quale ne è causa. Solitamente, però, questi comportamenti non provocano grossi problemi perché si tratta di piccolissimi noccioli di vibrazioni discordanti e si sciolgono facilmente perché basta il raggiungimento di una comprensione vicina per modificare completamente il percorso delle vibrazioni di quella piccola cristallizzazione, cosicché si sciolgono facilmente. E ciò avviene direi quasi meccanicamente, senza neanche che l’individuo se ne renda conto, e viene il momento in cui l’individuo guardandosi indietro dice “oh guarda, mi è capitata la stessa cosa, di solito reagivo così e ora non reagisco più così”.

Quindi vedete come la cristallizzazione non sia sempre e comunque una cosa enorme e catastrofica, senza aggiungere che molte volte diventa enorme e catastrofica perché siete voi che l’alimentate con il vostro vittimismo, con il cercare di non vedere i motivi che stanno a lato di tutto quello che vi succede. La nostra amica ne sa qualcosa, la sua vita è un po’ tutta governata, per esempio, da questo sentirsi oppressa da queste cose che non riesce a governare, che non accetta, che non riesce a capire, che non riesce a riconoscere, che conosce razionalmente ma che interiormente non riesce a mettere in chiaro dentro di , e quindi le succedono tutte le somatizzazioni.

D – Anche se le più grosse penso che siano di origine karmica…

Sì, diciamo che in gran parte è così, però ci metti anche del tuo, perché, vedi, uno può nascere anche karmicamente con una gamba più corta, però alla fine può avere una vita normale, felice accettando di avere una gamba più corta…

D – Ma io ci sono riuscita più o meno…
Sì ma piangi sempre troppo…
D – Perché non sono riuscita ad accettare il karma

Sei sicura che sia quello che non riesci ad accettare, o invece tu non riesci ad accettare come gli altri reagiscono al tuo karma, o per la paura di come gli altri potrebbero reagire al tuo karma?
D – Sì
Quindi vedi che non è il tuo karma il problema ed è su quello che devi lavorare principalmente…

D – La malattia della nonna: abbiamo detto che la cristallizzazione si può sciogliere, però nel suo caso, dato il tipo di malattia, non si può tornare indietro, quindi era già troppo tardi a quel punto.

Certamente diciamo che la cristallizzazione si è cronicizzata, tanto per restare nella definizione che abbiamo dato prima, ed essendosi cronicizzata, è difficile poter fare qualcosa. Lo stesso accade per le malattie mentali: più tempo si aspetta a intervenire e modificare lo stato mentale dell’individuo più è facile che l’irrigidimento diventi tale per cui difficilmente si riesce a scioglierle.

Anche perché quando si tratta di un epicentro mentale della cristallizzazione questo porta al travisamento di tutta la realtà da parte dell’individuo che vive in questo stato, e questo significa che anche tutte le esperienze che vivrà difficilmente riusciranno a penetrare e a fare arrivare dati al corpo akasico. Quindi più si lascia cronicizzare la cristallizzazione più diventa difficile fare qualcosa, ma d’altra parte questa è una legge che è valida per tutte le altre cose.

È valida, per esempio, anche per le vostre piccole reazioni dell’Io: più voi non fate niente per modificare voi stessi e comprendere, più queste reazioni diventano forti, ripetitive, tendendo a diventare una parte fissa di voi stessi.

D – Però nel caso della malattia mentale ci rimette la persona, non è come può essere un Io che non vuole comprendere e arrivi a soffrire di più, quando si è cronicizzata ci rimette la qualità della vita della persona.

Non sono molto d’accordo su questo, perché ti garantisco che molte vite sono più dure e più difficili per piccole cose non volute osservare dall’Io di quanto lo siano cristallizzazioni psichiche di individui con ormai una patologia fissa, in quanto loro, molte volte, non si rendono conto di quanto stanno vivendo. Certamente c’è una ricaduta su quelli che stanno loro attorno, Nel primo caso la ricaduta è leggera, nel secondo caso la ricaduta è pesante, e in questo il karma ovviamente ha la sua funzione.

D – Avevamo parlato di anoressia e l’avevamo identificata con la cristallizzazione, può esser definita tale?

Può diventare una cristallizzazione, senza dubbio, perché oltre a essere alimentata dai bisogni di comprensione può essere alimentata dalle spinte proveniente dagli archetipi, quindi il suo processo di cristallizzazione diventa più rapido rispetto ad altre forme, come sempre accade quando vi è questa concomitanza di vari elementi che spingono a formare la cristallizzazione. Scifo

Annali 2008-2017

Print Friendly, PDF & Email

4 commenti su “Cristallizzazione, disturbo mentale, anoressia [A86]”

  1. Mi colpisce l’affermazione di Scifo, in cui dice che nel caso di cristallizzazioni mentali, la persona non può inviare all’akasico dati che possa decodificare.
    Ma allora, quale è il senso di quell’esistenza?

    Rispondi

Lascia un commento