Il processo della cristallizzazione, base dell’evoluzione (c1)

Prima di poter affrontare e tentare di approfondire il tema della cristallizzazione, è necessario chiarire bene che cosa si vuole intendere con questo termine.
La parola cristallizzazione sta ad indicare una condizione particolare nella quale ciò che inizialmente era mutevole e fluido diventa invece statico, solido, cristallino.

E se questo cambiamento può riferirsi bene ad un processo chimico-fisico (come la cristallizzazione di un sale), altrettanto bene si adatta anche ai nostri pensieri, ai nostri modi di parlare, alle nostre idee, ai nostri desideri e a tutto quanto si agita in noi e che non può essere considerato di natura propriamente fisica.

Laddove possiamo dire che la vita è “movimento”, che si esprime come vibrazione, ecco che la cristallizzazione può venirci spontaneo definirla come un’assenza di movimento e considerarla, quindi, come un fenomeno che apparentemente si oppone alla vita.
Nella realtà, invece, la cristallizzazione non si presenta mai come una totale, completa e assoluta immobilità, così come non esiste un completo e assoluto movimento.

Se, per esempio, ci soffermiamo ad osservare dei cristalli naturali, possiamo notare come essi, in realtà, anche se molto lentamente, crescono, sviluppando forme di straordinaria complessità e bellezza, semplicemente replicando una struttura di base relativamente semplice. II tutto ovviamente con il concorso determinante dell’ambiente, che non va mai trascurato. Da quanto detto, appare chiaro come il cristallo sia, in realtà, una struttura vivente e quindi a suo modo dinamica.

E se nella analisi andiamo oltre il piano fisico, anche nella persona che appare più ferma e immutabile nei suoi canoni di pensiero (la potremmo chiamare cristallizzazione mentale) o di emozione (cristallizzazione astrale), esiste in realtà un certo movimento, magari minimo e sicuramente impercettibile, che col giusto tempo per manifestarsi porterà anche a dei cambiamenti che potranno essere visibili anche dall’esterno (lasciando da parte per il momento il concetto della percezione soggettiva che, certamente, avrebbero gli altri di questa ipotetica persona).

Ora, dato che vivere vuol dire evolvere, e dato che evolvere significa – di nuovo – muoversi, mutare e cambiare, la cristallizzazione, essendo anch’essa “movimento”, anche se lento, solo apparentemente si propone come forza che contrasta l’evoluzione stessa.
In realtà, se è vero che nelle prime fasi sequestra e blocca, secondo determinati e rigidi moduli, elementi (ad esempio, molecole e atomi) che prima erano liberi di muoversi nell’ambiente, è anche vero che questo fenomeno diventa poi la base per “movimenti” e, quindi, forme di vita più complesse ed evolute. Quindi, in modo un po’ sorprendente, possiamo notare che alla base del dinamismo della vita, così come noi la conosciamo, troviamo l’apparente staticità di un cristallo.

Questo parallelismo può essere poi riportato anche in noi, nella vita di tutti i giorni, allorché ci rendiamo conto del fatto che tutte le nostre sovrastrutture mentali, certezze illusorie, abitudini più o meno utili o più o meno dannose radicate in noi, altro non sono che piccoli germi di cristallo sui quali lentamente stiamo costruendo qualcosa di più, che cioè saranno la base per la nostra ulteriore crescita. D’altro canto se la cristallizzazione fosse solo stasi, e in quanto tale fosse solo inutile per non dire dannosa, non esisterebbe neppure.

Così, come in tutte le altre “dualità” che compongono la realtà (giorno-notte, alto-basso, nero-bianco, positivo-negativo, io-non io, ecc.), in cui non è possibile definire il punto esatto in cui inizia l’una e finisce l’altra, se non in modo arbitrario e illusorio, anche nella dualità “cristallizzazione/evoluzione” non è possibile considerare l’una senza l’altra, portando alla conclusione logica che senza la cristallizzazione non esisterebbe il movimento, e quindi l’evoluzione, e quindi la vita stessa così come noi la conosciamo.


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4 commenti su “Il processo della cristallizzazione, base dell’evoluzione (c1)”

  1. Molto chiaro. E’ consolante leggere che la cristallizzazione non ha un aspetto “negativo”ma è il propulsore del cambiamento.

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  2. Avevo già letto la scorsa settimana questo post. La mente fatica un po’ ad accogliere concetti come dinamismo e staticità al contempo.

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  3. Speriamo che sia veramente così. Il parallelo con il cristallo è molto efficace. Anche ciò che sembra aver assunto una forma rigida e definitiva, in realtà, sia pur impercettibilmente, muta.

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