L’insegnamento universale delle molte fonti

Tutti voi che partecipate a queste riunioni o ad altre riunioni, vi sentite a volte dei privilegiati, delle fiaccole di verità, dei portatori di una realtà che altri non hanno avuto la fortuna di incontrare o, magari, hanno avuto il demerito di rifiutare. Ed ecco allora che, così spesso, ognuno di voi pensi a quanto vi viene insegnato come all’insegnamento del Cerchio Ifior, oppure all’insegnamento del Cerchio Firenze 77, oppure… e via dicendo.

Bene, figli nostri carissimi, non esiste un insegnamento del Cerchio Ifior, né di nessun altro cerchio, a cui possa essere attaccata un’etichetta di qualche tipo: esiste sempre e soltanto un insegnamento.

Da che mondo è mondo, I’insegnamento ha trovato vari percorsi, varie fonti, per arrivare a manifestarsi all’ interno del piano fisico, per colui o per coloro che avevano in il germe della comprensione per ascoltarlo e recepirlo; questo è sempre accaduto e sempre accadrà, e se talvolta vi è un ripresentarsi nel tempo, nei secoli, nei millenni, di quelli che sono i concetti basilari, indispensabili, ovvero i concetti etici-morali, vi è talvolta invece la necessità di portare un insegnamento filosofico più complesso, più difficile, più originale in qualche maniera che porti lentamente al modificarsi della mentalità di coloro che ascoltano e poi come le onde che si propagano sull’acqua di un mare, al trasportarsi di queste concezioni lontano da quella che è la fonte che le ha proposte.

Questo accade perché è necessario far proseguire di pari passo la realtà con l’evoluzione, ciò che accade, ciò che è, con ciò che è scritto che debba essere, con quello che la vibrazione prima trasmette a tutta la realtà che rende manifesta col suo vibrare all’interno della materia.

Cercate quindi di non applicare etichette a quanto da noi e da altri potete aver ascoltato; tenete presente che le volte che vi trovate in difficoltà nel parlare con gli altri, è perché troppo spesso con questi altri voi cercate di essere dei missionari, dei portavoce di voci invisibili, degli araldi di verità supreme che, nel buio, sono state sussurrate a voi e soltanto a voi. E così non è.

Se davvero pensate che ciò che noi o altri negli anni, nei secoli, siamo andati dicendo a ogni individuo, se davvero sentite che queste parole sono vere, sono giuste, fatele vostre, fate sì che esse diventino le vostre parole e non le nostre, perché nel momento in cui voi agli altri porterete le vostre parole, esse più facilmente potranno essere accettate che se voi diceste che sono le nostre.

Dimenticate quindi di mettere etichette, insegne, bandiere, nomi, su ciò che credete vero, ma fate di quella verità che sentite giusta l’unica vera bandiera che deve sventolare nei vostri occhi. Moti


Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento