Stupefacenti e circolazione di dati akasico-esperienza [A50]

D – Spesso la rabbia nasce anche da un senso di impotenza; si accumula oltre alle cause di quella che potrebbe essere la rabbia anche il senso di impotenza…

Ma perché continui a considerare la rabbia come se provenisse da qualcosa di esterno a te? Non è vero. Il tuo senso di impotenza effettivamente può alimentare la rabbia. Ma è una cosa tua: sei tu che puoi scioglierla, non te la può sciogliere nessun altro. È qualche problema tuo che ti fa sentire impotente di fronte alla situazione: la stessa situazione la potresti vivere con serenità, e allora non nascerebbe nessuna rabbia.

Perché ti senti impotente? Perché vorresti fare qualcosa di diverso, perché vorresti ottenere qualcosa che non hai, perché vorresti fare bella figura, perché vorresti che gli altri ti ammirassero… Finché si continua a proiettare all’esterno la propria rabbia, la rabbia resterà dal momento che la sua genesi non è all’esterno.

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D – Perché sotto l’effetto di sostanze stupefacenti capita che avvengano episodi di violenza, di rabbia che magari diversamente non avverrebbero? Qual è il meccanismo, cosa succede a livello fisico, astrale, mentale?

Succede che c’è uno scompiglio tale per cui dal corpo akasico non riesce ad arrivare niente di utile all’interno del corpo fisico, per cui prende il sopravvento l’Io, non soltanto l’Io ma anche la base caratteriale (ad esempio, il retaggio di antiche vite, di antichi comportamenti), non vi è più nessun controllo da parte dell’individualità e la manifestazione è fatta soltanto in base alla reazione del momento, a quello che i propri sensi, il proprio ragionamento, la propria emotività fanno percepire ed esprimere in quella situazione.

Insomma perché, come dite voi, si tratta di una situazione di «sballo», termine che forse fa anche un po’ ridere ma che esprime il senso di quello che accade, perché sballano tutti i collegamenti tra corpo akasico e corpi inferiori. Non che non esistano più ovviamente, però sono, giustamente, «sballati».

D – Altrimenti l’akasico fa da moderatore?

Certamente, non può che essere così con le comprensioni che ha acquisito è automatico il fatto che le comprensioni facciano da moderatore. Se tu hai compreso qualche cosa non ti sentirai impotente per quello che non riesci a fare, se hai capito le ragioni della tua impotenza all’interno dell’akasico.

D – Quindi per assurdo se tutti gli individui incarnati si drogassero, non saremmo più guidati da uno Spirito Guida, o sbaglio? Siccome non saremmo controllati dall’akasico, di conseguenza non lo saremmo neanche dallo Spirito Guida, a questo punto saremmo liberi di esercitare l’Io?

Non è proprio così perché non è che non esistano più questi collegamenti sono, e soltanto per il momento, perturbati. Voi sapete che tutto nella realtà tende a ritrovare l’equilibrio, ed ecco quindi che a un certo punto lo «sballo» finisce, e il nostro Spirito Guida, così come il sentire, può ricominciare a operare in maniera normale.

D – È curioso come in realtà l’assunzione di qualcosa che sia fisico, che sia un allucinogeno o qualsiasi altra cosa abbia delle ripercussioni sui tutto il resto dei corpi dell’individuo.

Se ci pensate poi bene non è poi così curioso e non è niente di inaspettato. Che cosa fa un allucinogeno? Un allucinogeno provoca la formazione di determinate sostanze psicogene che finiscono attraverso meccanismi chimici e fisiologici col modificare momentaneamente la situazione di equilibrio psico-fisiologica dell’individuo stesso.

Quindi cosa significa questo? Significa che le reazioni che l’individuo ha normalmente non si possono più manifestare normalmente ma si manifestano attraverso questa nuova situazione psico-biologica dell’individuo, quindi possono avere anche i comportamenti e atteggiamenti più strani, e questo dura fino a quando non viene ristabilito e ricostituito l’equilibrio interiore dell’individuo sul corpo fisico e di conseguenza sugli altri piani e l’espressione delle emozioni delle reazioni e dei pensieri può riprendere il suo fluire normale.

D – Quindi in realtà per ricollegarsi al discorso del carattere e della personalità, una cosa del genere va a influire su quella che è la personalità dell’individuo per cui cambia la manifestazione?

Certamente non soltanto ma quello che noi avevamo chiamato «doni» che cos’erano?

D – I doni erano quelle caratteristiche iscritte nel DNA dell’individuo che, nel momento, in cui sono compresi possono diventare dei doni.

E diventano dei doni perché la cosa è compresa e può essere usata in modo positivo. Nel momento in cui sballa la chimica del fisico, sballa anche la reazione del DNA che non riesce più a manifestarsi allo stesso modo, quindi non riesce più a disporre dei doni che possiede, mentre è più facile che riescano a prendere forza, in questo sommovimento fisiologico dell’individuo, quelle che sono le parti più primitive del carattere.

D – È valido anche il contrario: se noi ci alimentiamo in un certo modo agiamo su degli equilibri del corpo fisico che agisce su degli equilibri astrali e mentali dandoci la possibilità o meno di facilitare certi passaggi, certi canali di informazione tra corpo akasico e tutto il resto.

Certamente si può fare qualche cosa anche con l’alimentazione, ma è una cosa senza dubbio limitata perché, finito l’assorbimento delle sostanze normali che si assumono, cambia anche la chimica del corpo stesso. Non è che uno alimentandosi bene può diventare un illuminato.

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