Ricapitolazione3: la vibrazione dall’ esperienza all’akasico [A45]

(Formato PDF per la stampa) Ecco che finalmente c’è stata la manifestazione del picco di rabbia sul piano fisico; le vibrazioni provenienti dall’akasico sono arrivate all’esterno, si scontrano con la realtà, cambiano, perché ovviamente, scontrandosi con la realtà, si scontrano con le vibrazioni provenienti dall’esterno e con le reazioni interne vostre e vengono modificate.

Questo fascio di vibrazioni prende e torna indietro, come in una partita a tennis, dove l’esperienza fa un rovescio verso il corpo akasico, colpendo in pieno la vibrazione akasica che torna indietro; questa pallina/massa di vibrazioni torna indietro e ricomincia il cammino per ritornare verso l’akasico.

[…] Il nostro tennista ha mandato indietro il fascio di vibrazioni modificato verso il corpo akasico. Ovviamente, questo fascio di vibrazioni non contiene più soltanto la vibrazione akasica ma, nel passaggio attraverso il corpo mentale, corpo astrale e corpo fisico, ha portato con anche le vibrazioni di queste materie che ha eccitato, che si sono andate a scontrare con l’esperienza e l’esperienza, in qualche maniera, ha provocato dei mutamenti in questo insieme di vibrazioni. Anche soltanto per il fatto di esserci stata l’esperienza, questo porta già a una modifica delle vibrazioni della massa vibratoria. Lo sapete che la vostra scienza dice che anche soltanto osservando un fenomeno, già si modifica?

Allora, ecco che questa massa di vibrazioni incomincia il percorso contrario; prima attraverso il corpo fisico e qua cosa succede? Le vibrazioni nuove dicono al corpo fisico che l’esperienza c’è stata, che il picco di rabbia sta scemando ed ecco che, di conseguenza, il corpo fisico un po’ alla volta lavora cercando di riequilibrare se stesso e di ritornare in condizioni fisiche normali: la pressione sanguigna si abbassa, il sudore si ferma, il tremore incomincia a diminuire. Questo accade perché la massa di vibrazioni non è che attraversa semplicemente una porzione del corpo fisico, ma fa un giro all’interno di tutto il corpo fisico dell’individuo, modificandone le condizioni in quel momento. 

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[…] Se prima alimentava il picco, nella fase di ritorno disalimenta il picco, facendo sì che il picco di reazione emotiva un po’ alla volta diventi meno forte e quindi il corpo fisico, con tutte le sue componenti fisiologiche, si stabilizzi trovando un nuovo equilibrio.

Poi arriva al corpo astrale. Il discorso, ovviamente, è esattamente lo stesso: la massa di vibrazioni gira tutto intorno al corpo astrale dell’individuo, in qualche maniera riesce (quando riesce a farlo) a sedare le principali emozioni che ormai si sono sfogate (è difficile riuscire a dare un’immagine di quello che succede in questi casi) e lascia nel corpo astrale, che cosa?

L’impronta delle modifiche che la vibrazione ha avuto nell’espletare l’esperienza; o meglio ancora: l’esperienza compiuta ha modificato le spinte astrali che avevano integrato l’esperienza verso l’esterno (in discesa, ndr) e, avendole modificate, nel passaggio di ritorno all’indietro (in salita, ndr) vanno a modificare il corpo astrale dell’individuo di conseguenza.

D –  Quindi si modificano le emozioni che erano all’origine della reazione rabbiosa?

Certo, sì, esatto.

D –  Si è detto che la rabbia è una reazione emotiva, però mi chiedevo se sul piano astrale, cioè nel corpo astrale esiste un’emozione chiamata “rabbia”; la rabbia, da quello che ho capito fino a ora, sembrerebbe una reazione a più emozioni che si scatenano. Quindi, la rabbia risulta un flusso violento di dati, di vibrazioni, ma non ha un corrispettivo fisso, stabile, di tipo emotivo sul corpo astrale?

Certo. È una somma di diverse spinte astrali; le emozioni del corpo astrale sono delle vibrazioni in realtà, e la rabbia è un insieme di vibrazioni che si uniscono per arrivare ad alimentare questo picco.

D –  Noi la chiamiamo emozione ma, in realtà, non è un’emozione precisa.

Come dicevamo l’altra volta, quelle che voi vedete all’interno del piano fisico e che chiamate “emozioni” non sono le emozioni ma sono “reazioni emotive”, che è molto diverso.

D –  Quindi noi una percezione diretta, precisa e chiara delle emozioni non possiamo averla?

Potete averla nel suo riflesso, ovvero nella reazione emotiva. Solitamente, voi vivete in funzione di quello che sperimentate sul piano fisico, vi immedesimate nel vostro Io, ecco quindi che quello che vivete come emozione all’interno del piano fisico voi lo prendete come emozione reale; mentre, invece, la genesi dell’emozione reale non è quella, ma è soltanto una sua manifestazione.

[…] Eravamo al corpo astrale. Il fascio di vibrazione compie il suo giro modificando il corpo astrale dell’individuo, che troverà un altro equilibrio sotto la spinta delle nuove vibrazioni che sono entrate in contatto con lui, e arriva al corpo mentale. Anche qua, chiaramente, il processo non può far altro che ripetersi; ancora una volta le vibrazioni, ormai soltanto akasiche e mentali, passano attraverso il corpo mentale, tendono a portare il corpo mentale a ritrovare l’equilibrio e, per far ritrovare l’equilibrio, cosa fanno?

Modificano in parte le vibrazioni che erano all’interno del corpo mentale e che erano in qualche maniera causa dello squilibrio che ha portato al manifestarsi del picco di rabbia. Quindi avviene, di conseguenza, che anche il corpo mentale ha una sua piccola o grande trasformazione. Questo cosa porta come conseguenza? Tutto quello che ho detto: inoltre, in questo processo, l’Io che avevate all’inizio non è più quello che avrete alla fine.

D –  Se ho interpretato correttamente ogni discesa non sarà mai identica a se stessa proprio per questo tipo di processo

Certamente, sono diversi i presupposti, sono diverse le reazioni, in maniera più o meno ampia, e sono diversi anche i risultati, le comprensioni e quindi è diverso anche il cambiamento, la variazione dell’Io. Questo vi dà ragione se ci pensate, adesso del perché abbiamo sempre detto che il vostro Io è in continuo cambiamento, che non siete mai gli stessi. Questo, perché voi vivete l’esperienza di continuo e ogni esperienza, al vostro interno, cambia i vostri corpi e, quindi la vostra capacità di esprimere esperienza e, quindi il vostro Io. Prima dell’esperienza e dopo l’esperienza, voi siete comunque sia rinati, siete persone diverse.

D –  Questo passaggio di ritorno vuol dire che i nostri corpi si modificano già “definitivamente” tramite questa vibrazione di ritorno prima che sia ritornata all’akasico?

Sì. Anche perché l’akasico non fa parte dell’Io, quindi l’akasico non cambia, in realtà.

D –  Potremmo definire tutto questo processo, suddividerlo in tre fasi ipotetiche?
La discesa è la fase in cui avviene fondamentalmente il movimento, cioè la vibrazione movimenta la materia che attraversa.
Poi c’è l’esplosione, e quindi la manifestazione nel piano fisico.
– Il ritorno in realtà è la modifica, cioè avviene la modifica della materia stessa. È corretto vederla in questo modo, per semplificare?

Sì. Diciamo che siamo arrivati a comprendere questo, che ci dà ragione già di molte cose; perché, come ho detto, ci dà per esempio ragione del fatto che:
l’Io è sempre diverso di attimo in attimo, e anche voi quindi siete diversi di conseguenza;
– che non siete mai gli stessi;
– che voi non siete l’Io perché, se è sempre diverso, allora voi sareste sempre diversi, e quindi non è possibile che voi siate sempre diversi, voi in realtà siete “voi”!

D –  L’Io, nella sua illusoria esistenza, poggia sull’immagine. In questo discorso l’immagine viene sconvolta, viene cambiata. Mi chiedevo cos’era in effetti l’essenza dell’Io; è l’immagine l’essenza dell’Io? Se non ci fosse la possibilità di farsi un’immagine di se stessi, non potrebbe esistere l’Io!

Ma certamente; o, per lo meno, l’Io esisterebbe ma non avrebbe la possibilità di reagire con l’esterno.

D –  Perché è il risultato delle reazioni dei vari corpi…

Io m’azzarderei a dire che l’immagine, per l’Io, è quello che è la personalità per l’individuo; quindi come la personalità è il mezzo che ha l’individuo per esprimere se stesso all’esterno, l’immagine è la personalità fittizia che l’Io si crea pensando di potersi manifestare così all’esterno.

D –  Quindi la personalità può essere influenzata anche dall’immagine che l’Io si è fatto di sé?

Certo, e viceversa.

D –  Più che influenzato, non è che su alcuni aspetti si sovrappongono, le due?

Su alcuni aspetti si sovrappongono, su altri si contrastano, e il tutto poi porta a delle conseguenze, chiaramente.

D –  In un’altra seduta avevamo detto che nel momento in cui avviene il picco di rabbia, con la manifestazione nel fisico, l’Io ne è completamente sbalestrato, tanto che c’è un momento in cui, dopo il picco, possono venire a galla tantissime cose; cosa succede per cui l’Io è sbalestrato e vengono a galla tutte queste cose?

Avviene una cosa abbastanza semplice: che le vibrazioni che non hanno avuto nessuna risposta nell’attraversare i corpi dell’individuo, perché non vi erano elementi che risuonassero alla pari con queste vibrazioni, in qualche maniera risuonano all’interno del corpo fisico invece, e si manifestano con reazioni senza avere in realtà una vera fonte che le spinge all’interno del piano fisico. E sono reazioni dovute, appunto, a questi elementi che non hanno trovato una risposta vibratoria all’interno dei corpi che hanno attraversato. Non so se sono riuscito a farmi capire.

Diciamo che nel momento in cui vi è l’espressione della reazione emotiva, se il picco è abbastanza forte, porta con sé l’espressione di tutto il fascio vibratorio che l’accompagnava. Fin qua ci eravamo già arrivati prima, però in questo fascio vibratorio in realtà ci sono anche le vibrazioni che non hanno avuto alcuna risonanza, quindi ci sono altre non-comprensioni che non hanno la possibilità di sfogarsi attraverso il corpo mentale, il corpo astrale e il corpo fisico; però qualche traccia di queste vibrazioni non sfogate, nel momento in cui il picco esplode all’esterno, possono comparire nella reazione dell’individuo.

D –  È per questo che, quando c’è una reazione, in realtà potenzialmente potremmo comprendere molto di più, perché ci sono queste vibrazioni “nulle” che comunque operano?

Ecco, diciamo così: se steste attenti, riuscireste anche a individuare quelle richieste dell’akasico, quindi quelle reazioni, che in realtà non si esprimono perché non hanno trovato una costituzione fisiologica, nei vostri corpi, adatta all’espressione. In realtà, però, in qualche maniera, nel momento dell’espressione all’interno del piano fisico dell’esperienza, trovano la possibilità e il modo di esprimersi all’esterno; soltanto che sono talmente sovrastate solitamente dalle reazioni normali del picco emotivo, che restano nascoste e non vengono notate.

[…] D –  Se parte la prima richiesta dell’akasico, quando poi torna su e riparte di nuovo la richiesta, al secondo giro si potrebbero comprendere? 

Certamente. Ricordate che io ho detto che quando scende, quando partono, non trovano risposta all’interno del corpo mentale, astrale e fisico, ovviamente ritornando su, i corpi dell’individuo che trova sono stati modificati; quindi può darsi che, in un secondo giro, trovi invece delle risposte. Quindi, è un po’ come se continuasse ad alimentare il cambiamento, continuasse ad alimentare la possibilità di espressione dei vari corpi che attraversa.

Aumentando anche le possibilità di comprensione, ma perché? Perché sono aumentate le possibilità di espressione! Cambiando le possibilità di espressione, cambia anche la possibilità di comprensione di quel determinato fattore.

D –  È molto bella come immagine, perché spiega molto bene come si autoalimenta il sistema della comprensione stessa e di tutto quanto.

È tutto perfetto! E così siamo ritornati al nostro corpo mentale, il quale subisce lo stesso trattamento degli altri corpi: il fascio di vibrazioni lo attraversa, i pensieri che accompagnavano il picco di rabbia un po’ alla volta diventano meno impetuosi, diventano più razionali, incominciano a essere elaborati in maniera diversa e il corpo mentale stesso viene modificato dall’essere attraversato da queste vibrazioni. Ecco, quindi, che anche se uno che è scemo non diventerà certamente una cima, certamente il corpo mentale e le sue possibilità di comprensione e di ragionamento saranno in qualche maniera modificate nella loro struttura.

Ci troviamo così, come dicevo prima, con un corpo mentale, un corpo astrale e un corpo fisico in realtà diversi da quelli da cui si era partiti, con possibilità diverse e con possibilità espressive – che è quello che più conta – diverse dalla partenza.

Allora, finito il suo giro intorno al corpo akasico, il fascio di vibrazione che si è spurgato nel passare da un corpo all’altro di tutti gli elementi mentali, astrali e fisici, ed è ritornato soltanto alla materia akasica, ritorna sul corpo akasico, che terrà presso di sé, incastrandole al posto giusto, quelle che possono essere delle comprensioni, degli elementi che si incastrano nella maniera migliore; ricomincerà poi il suo ciclo fino a quando riuscirà a portare tutta la comprensione al proprio corpo, all’interno del suo corpo akasico.

D –  Ma noi, se riusciamo a osservare qualcosa, intendo un pensiero, un’emozione, in realtà non siamo in grado di capire se stiamo parlando di qualcosa che è in fase discendente oppure ascendente; cioè possiamo osservare soltanto quello che pensiamo o quello che troviamo. Non siamo in grado di distinguere i due?

In realtà, sareste in grado di distinguere, però se l’osservazione è passiva, non c’è bisogno di fare distinzioni, bisogna osservare e basta. È chiaro che, prima che avvenga la reazione emotiva c’è la discesa e dopo la reazione emotiva c’è la salita.

D –  È la manifestazione che fa da spartiacque.

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1 commento su “Ricapitolazione3: la vibrazione dall’ esperienza all’akasico [A45]”

  1. Grazie. Molto importante il concetto di capacità espressiva dei corpi transitori, la quale è modificata dal fascio di vibrazione di ritorno.
    Grazie.

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