La parte più alta dell’Io per osservare l’Io [sf6]

[…] Il fatto che per comprendere, per conoscere voi stessi dobbiate passare attraverso l’uso dell’Io, in realtà è una cosa logica, perché non vi può essere altro modo! Voi avete diversi strumenti a vostra disposizione: avete il vostro corpo mentale, con cui elaborate i pensieri, fate concatenamenti, razionalizzate le cose.

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Meditazione e conoscenza di sé tra occidente e oriente [sf4]

Le strade per lavorare su se stessi e, quindi, per conoscere se stessi, sono multiformi. Molte dipendono dall’ambiente sociale in cui l’individuo è inserito in quanto sfruttano quegli insegnamenti e quelle istanze che la società di appartenenza infonde in ogni individuo che in essa conduce la propria esistenza.

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La sofferenza, la religione, la religiosità personale [sf1]

La sofferenza, questa compagna dell’esistenza, che vi sta sempre a fianco nel corso delle vostre giornate, dei vostri anni; la sofferenza, che può rendere il vostro modo di essere e di comportarvi qualcosa di così diverso da come siete realmente; la sofferenza che, quando si traduce in sofferenza del corpo fisico, fa paura, spaventa, fa tremare i polsi di ogni persona.

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Quando abbiamo la responsabilità di un’azione?

D – Fin dov’è che c’è la responsabilità o non c’è la responsabilità? 
La responsabilità c’è sempre e comunque, perché è sempre e comunque qualcosa che siete in grado di comprendere (?, si veda in seguito, ndr). Nel momento in cui vivete qualche cosa da cui non traete la comprensione, siete responsabili per non aver compreso.

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Modelli morali ed esigenze del sentire

D – Volevo chiederti: noi perseguiamo la nostra personale evoluzione ma la responsabilità di poter indirizzare le nostre scelte in una certa maniera, che comporterà comunque una serie di ricadute, anche negative, qualora noi perseguissimo la nostra felicità, il raggiungimento di certi fini, di certi traguardi personali, come la possiamo gestire?

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L’intenzione che muove la curiosità

Sotto il profilo dell’evoluzione dell’individuo non vi è curiosità giusta né curiosità sbagliata, ma vi è soltanto un tentativo di comprensione attraverso la curiosità a gradi ovviamente diversi e che tuttavia è giusta per quell’individuo in quel momento per arrivare a comprendere anche la più piccola delle cose che non aveva ancora compreso.

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