Looking yourself in the face

It is very easy to get into the state of mind to discharge responsibility for your circumstances onto what happens or other people, thus avoiding finding even the tiniest piece of information concerning your rationale.
You are experts in this regard, as we were back in our days!
Yet here we are, we’ve come to make you conscious and aware that this attitude towards life and your experiences is wrong.
Essentially, you live to carry forward your understanding, your evolution, and make sure that your “perception” develops through your awareness so that you understand more and more until you eventually get out of the loop of reincarnation.

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Le scelte contano per l’insegnamento e le comprensioni che producono

L’argomento della “scelta” è qualcosa che riguarda tutti quanti, costantemente, nell’arco di tutte le vostre esistenze; è qualche cosa di importante che deve essere necessariamente sentito, avvertito da ogni individuo nel corso della sua esistenza.
Vorrei, quindi, brevemente mettere qualche punto fermo.
Uno dei punti principali da tener presente è che, comunque sia, qualsiasi scelta voi facciate, in realtà si tratta, in misura maggiore o minore, di una scelta egoistica.
Immagino che non tutti sarete d’accordo su questa mia affermazione; d’altra parte, però, tenete presente che quando voi vi trovate di fronte una possibilità di scelta, quali sono i criteri che usate per scegliere?

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Il senso di colpa sorge dalla comprensione negata

Mettiamo in chiaro una cosa ben precisa: il senso di colpa è qualcosa che riguarda l’individuo nei rapporti con stesso.
Abbiamo notato, nel corso della discussione, che i vostri Io si sono affannati a cercare di trovare mille modi diversi per spostare l’attenzione da voi stessi al vostro esterno, ed ecco così che siete riusciti a dire che sono le attese degli altri a provocare i vostri sensi di colpa.
Il senso di colpa dell’individuo nasce nel momento in cui vi era la possibilità di comportarsi in un certo modo, seguendo il proprio sentire e quindi una comprensione raggiunta, ed invece l’individuo si è comportato in maniera tale da non seguire questa comprensione.

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L’evoluzione di sé e del mondo è solo un punto di vista

Noi, fin dagli inizi dei nostri primi interventi, ormai decine d’anni fa – lasciatemelo dire con una certa soddisfazione perché non è stato facile portarvi avanti per tutti questi anni – abbiamo detto, nel presentarci, che non dovreste chiamarci “grandi Maestri”, o “Maestri”, ma chiamarci invece “grandi bugiardi”.
Molti di voi si ricordano questa frase che ha lasciato, magari, anche un po’ perplessi. Il problema è che quando noi vi presentiamo i concetti, anche quelli filosofici, dobbiamo ovviamente presentarveli in maniera che voi possiate capire, rivestendoli con parole che vi siano comprensibili; magari in cinese potevamo anche esprimerli meglio, ma forse non sarebbe stato molto utile per tutti voi, no?

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La sofferenza nella conoscenza e nella consapevolezza di sé

È molto facile porsi nello stato d’animo che scarica la responsabilità di quello che accade sulle altre persone, riuscendo bellamente ad evitare di trovare anche soltanto il più piccolo perché che riguarda se stessi!
Siete maestri in questo, così come lo fummo noi ai nostri tempi! Eppure, noi veniamo, siamo qua, proprio per rendervi attenti e consapevoli che questo atteggiamento nei confronti della vita e delle esperienze che vivete è sbagliato.

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Un genitore aiuta un figlio a manifestare la propria evoluzione

L’essere madre, così come d’altra parte l’essere padre, è un’esperienza importante.
In fondo, se il genitore ci pensa, ha nelle mani la possibilità di aiutare a plasmare quello che è il futuro non soltanto di un individuo, ma quello di tante altre persone che vengono a contatto con questo individuo.
Il genitore possiede una enorme responsabilità, ed è quindi necessario che egli venga aiutato in tutti i modi possibili affinché prenda coscienza delle sue responsabilità e trasmetta quei valori che ritiene giusti, quelle emozioni che ritiene importanti, quei pensieri che ritiene corretti, quelle sensazioni che ritiene fondanti alla creatura che ha il compito e il dovere di far crescere.

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L’insicurezza e il bisogno di essere amati

Il tema dell’insicurezza è senza dubbio un argomento importante per la vita di tutti voi, in quanto è uno degli elementi che accompagnano tutti i vostri momenti di tutte le vostre vite.
Una domanda da porsi è la seguente: “Ma chi è che è insicuro?”. I più esperti tra voi delle nostre parole avranno già la risposta pronta; non posso fare altro che dire che la parte dell’individuo che avverte l’insicurezza non può essere altro che l’Io.
Ora resta da capire il perché della percezione da parte dell’Io di questa insicurezza.

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Il giudizio necessario e quello da evitare

Senza ombra di dubbio, creature, l’essere umano non può fare a meno di giudicare; sempre che per “giudicare” si intenda formarsi un’opinione della relazione tra se stesso e l’ambiente a lui esterno, ovvero tra l’individuo e ciò che sta vivendo; sia questo una situazione sociale, o un rapporto interpersonale.
Tutta la vostra vita è costituita da un’ininterrotta catena di giudizi, fin da quando aprite gli occhi al mattino e vi guardate allo specchio – e già lì emettete un giudizio su voi stessi – per arrivare al momento in cui chiudete quegli occhi e, magari, prima di addormentarvi ripensate a quello che è successo nel corso della giornata e perdete qualche attimo (e sarebbe bene che lo faceste più spesso!) per esprimere dentro di voi dei commenti – e quindi dei giudizi – su quanto avete vissuto nel corso della giornata.

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