Fantasmi vibratori e cristallizzazioni [67.2focus]

Parliamo dei fantasmi della mente. Avete fatto il vostro bravo compitino: “il fantasma della mente nasce dal fatto che l’individuo si trova di fronte a una situazione di qualche tipo, non ha tutti gli elementi per comporre l’equazione che risolva la situazione, pone qualche elemento sbagliato ed ecco così che nasce questo fantasma della mente”.

D’accordo, posso essere abbastanza d’accordo, è in questo modo che nasce il fantasma della mente, però ecco che questo, tradotto in termini energetici – come ricorderete dallo schema che ho fatto – si trasforma in cosa? In un circolo energetico all’interno del corpo mentale, un circolo vibratorio che continua a girare all’interno del corpo mentale senza trovare una sua risoluzione e quindi provocando qua e là dei disturbi all’intero funzionamento del corpo mentale e a quello che è il suo terminale, il cervello.

E avevamo detto che questo provoca degli effetti psicosomatici nell’individuo. Come li può provocare questi effetti psicosomatici? Vediamo se qualcuno ha un’idea. È qualcosa che avevamo già accennato.

  • Letture per l’interiore: ogni giorno una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp e su Telegram.
  • Sintesi dell’insegnamento filosofico del Cerchio Ifior: COME LA COSCIENZA CREA LA REALTA’ PERSONALE, qui puoi ordinare il libro. Se lo stai leggendo e vuoi supporto, scrivici.

D – Il fantasma della mente disturba il cervello, che emette vibrazioni che vanno a colpire l’organo bersaglio.

Questo può essere un modo. E se, invece, il fantasma della mente continua a circolare? Perché vedi, caro, dire che il circolo vibratorio continua all’interno del corpo mentale fino a quando una parte di questo circolo vibratorio va a colpire un determinato punto nel cervello e provoca un sintomo psicosomatico che si riflette nel corpo, significa già che il fantasma della mente, a quel punto, sta cambiando, circolo; giusto?

D – Non ti seguo, come cambia circolo?

La vibrazione continua a girare in circolo; nel momento in cui provoca un’azione diversa, che è quella di colpire un determinato punto che porta poi a un sintomo psicosomatico, significa che la vibrazione, in qualche maniera, si è già anche solo leggermente modificata, quindi in qualche modo sta prendendo una nuova direzione o una nuova intensità o una nuova forma.

D – Per cui si sta risolvendo?

Per cui sta incominciando a cercare una soluzione per risolversi, sta cercando, quanto meno gli elementi per la sua equazione, facendo si che il corpo reagisca all’ambiente e quindi gli mandi nuovi elementi da poter inserire in questo circolo, in modo da interrompere la catena circolatoria; però, se questo circolo invece continua, senza uscire da questa situazione di stallo…

[…] In questo caso, quando cioè il circolo continua a girare su se stesso per molto tempo, avviene quella che noi abbiamo definito “la cristallizzazione”; ovvero l’individuo si ferma su questo punto, non riesce ad andare avanti nella sua evoluzione e continua in qualche modo a condurre la sua vita senza che questo schema riesca a venir spezzato. Ora c’è da considerare che questo circolo vibratorio non è all’interno del cervello, il circolo vibratorio è all’interno di che cosa?

D – Del corpo mentale.

Bravi. Ma allora cosa succede al cervello mentre il corpo mentale continua a essere perturbato da questo circolo, da questa “tromba d’aria” vibratoria al suo interno?

D – Non ha l’apporto normale di vibrazioni, il flusso normale di vibrazioni, regolare dal corpo mentale; e viene forse disturbato anche a inviare all’insù il flusso d’informazioni.

Vi sono quindi dei disturbi sia di ricezione che di trasmissione. I disturbi di ricezione si riferiscono alla cristallizzazione, perché non potendo ricevere più aggiunta d’impulsi dal corpo akasico in maniera adatta a poter essere elaborati, chiaramente in qualche modo l’evoluzione si ferma in quel momento, come un’istantanea fissata su quel momento; ma, contemporaneamente, tenete conto che vi sono anche difficoltà di emissione di vibrazioni verso gli altri corpi, i corpi che costituiscono l’lo.

Questo significa che il cervello dell’individuo incomincia ad avere dei problemi; le emozioni e i desideri dell’individuo incominciano ad avere dei problemi; quasi sempre, se non proprio sempre, anche il corpo fisico dell’individuo incomincia ad avere dei problemi, ed è questo il caso più difficile e più brutto da dover affrontare.

[…] Certamente le manifestazioni possono essere molte: possono esserci gli individui che reagiscono a queste situazioni con un comportamento esterno molto attivo (ad esempio), molto esagerato, con reazioni e sensazioni e manifestazioni molto eclatanti, e via dicendo, ma vi sono anche quelli che invece reagiscono al contrario, ovvero rinchiudendosi in se stessi, perdendo apparentemente interesse per la vita, per ciò che li riguarda, per la propria salute, per il proprio lavoro, per gli affetti, e via e via e via; è da questa circolazione del fantasma della mente all’interno del corpo mentale che scaturisce praticamente tutta la tipologia psichiatrica che voi potete immaginare o portare come esempio questa sera. 

Ecco perché, tutto sommato, è un concetto che è molto importante da comprendere questo, perché, comprendendo questo, si può arrivare a cercare di influire in maniera tale da poter spezzare questo circolo vibrazionale all’interno del corpo mentale e, quindi, arrivare ad un miglioramento dell’individuo nella sua situazione di sofferenza interiore.

Lo so che questo schiude nuovi orizzonti amplissimi e vi dico anche che non abbiamo intenzione di affrontarli: certamente non è nostro compito entrare nella psichiatria, nella paranoia, nella schizofrenia, in tutti questi casi dolorosi, però sappiate, ricordate, che comunque sia questi effetti, questi comportamenti, che vanno dall’eccesso di desiderio e di sensazione all’annullamento di desiderio e di sensazione, con tutta la gamma intermedia, e che riguardano la manifestazione dell’lo all’interno del piano fisico, è possibile farli risalire appunto a un fantasma della mente irrisolto che continua a girare su se stesso cristallizzando; creando quindi – come qualcuno ha detto prima – una sorta di “idea fissa” che, finché non verrà sciolta, non darà possibilità all’individuo di smuoversi da quella condizione mentale.

D – È difficile uscire dal fantasma della mente che si è formato.

Non è difficile uscire dal fantasma della mente che si è formato.

D – Basta vivere, come mi hai detto l’altra volta; va bene.

Basta vivere, bravo!

D – Un aiuto dall’esterno è importante oppure spetta a loro uscire da questa cristallizzatone, spetta al singolo?

Un aiuto dall’esterno è essenziale, l’abbiamo sempre detto: l’ambiente esterno è essenziale per aiutare l’individuo a spezzare il proprio circolo. Trovarsi in una situazione particolare, drammatica, o anche – perché no? perché essere sempre pessimisti – in una situazione particolarmente felice, all’improvviso, può aiutare l’individuo a spezzare il circolo; ciò non toglie che la rottura del circolo deve e può essere fatta soltanto dall’individuo. 

[…] Questo è un elemento essenziale: senza la disponibilità da parte dell’ambiente esterno (un aiuto che proviene dall’esterno, ndr) non vi può essere possibilità di acquisire elementi da parte dell’individuo. E ricordate che, comunque sia, anche se voi poteste non essere disponibili, l’ambiente esterno è sempre e comunque disponibile, non soltanto ma è lì, fatto su misura per voi, affinché voi possiate comprendere.

Quindi, se non volete guardare dentro di voi, se proprio vi legate e vi tappate gli occhi per non guardare voi stessi, basta che guardiate all’esterno di voi stessi e, comunque sia, ciò che vedete vi parlerà di voi e, in un modo diverso di cui magari non vi rendete conto, entrerà dentro di voi e vi aiuterà a cercare di risolvere il problema.

D – Tutto questo può avvenire anche senza che si sia consapevoli di questi fantasmi che si hanno?

Certamente,  anzi, se voi pensate ai casi psichiatrici, la maggioranza di queste persone non si rende conto di avere dei problemi grossi di un tipo o di un altro, per quelle persone è normalissimo il comportamento che hanno; tutto sommato siete voi che siete all’esterno di questo comportamento, voi che siete coloro a cui il cervello non funziona bene. E spesso non hanno neanche tutti i torti, fra le altre cose!

D – Tu hai detto che la cristallizzazione può dare origine a questi problemi psichiatrici, e i problemi psicologici rientrano in questa cristallizzazione oppure sono una cosa a parte?

Direi che i problemi psicologici forse sono una categoria a parte; perché, vedi, ho fatto questa precisazione dei problemi psichiatrici perché sono quelli che sono più fissi, più stabili nel tempo. Invece i problemi di natura prettamente psicologica sono più fluttuanti, sono più proteiformi, si modificano di più nel tempo; una loro caratteristica è l’incostanza e la diversità da un giorno all’altro, magari; mentre invece… che so io… un paranoico ha sempre lo stesso tipo di comportamento.

D – Però il paranoico o lo schizofrenico questo aspetto lo portano avanti tutta la vita, o sbaglio? Per cui, in pratica, lo stimolo esterno non è che serva molto, cioè si subisce questo karma e…

Questo può essere un punto interessante. Noi abbiamo ipotizzato la situazione di questo vortice all’interno del corpo mentale dell’individuo che continua per un certo periodo di tempo, diciamo per tutta la vita dell’individuo, da quel punto in poi, a girare su se stesso provocando dei sintomi di tipo psichiatrico; allora viene spontaneo chiedersi, visto che l’individuo evidentemente è incapace di uscirne, a che cosa gli serve, giusto?

Tanto più che, come abbiamo visto, la rotazione di questo fantasma della mente nel corpo mentale provoca anche dei problemi di comunicazione tra i corpi superiori e quelli inferiori, giusto? Certamente provoca dei problemi di comunicazione, ma non interrompe la comunicazione, comunque sia, e, con il passare del tempo, più il tempo trascorre e più qualche dato, anche se stentato, riesce a passare e ad arrivare al corpo akasico.

Certamente non aggiungerà tantissimi nuovi elementi, comunque qualche nuovo elemento lo aggiungere senz’altro, arriverà senz’altro fino a lui; con una differenza che però compensa le cose, perché può sembrare ingiusto a questo punto, no? La persona normale che ha un flusso akasico-fisico abbastanza tranquillo e abbastanza normale può raggiungere apparentemente tante comprensioni, chi invece ha questa situazione di stallo al suo interno non ha lo stesso flusso e quindi sembra che vi sia un’ingiustizia in questi due tipi di situazione; però considerate che chi vive la situazione psichiatrica di quel tipo è perché vi è qualcosa proveniente da vite precedenti di molto grosso che deve comprendere; è qualcosa che altrimenti lo bloccherebbe, così come lo sta bloccando, nel corso di tutta la sua evoluzione. 

Ecco, quindi, che anche quei piccoli elementi che riesce ad aggiungere alla sua comprensione all’interno del corpo akasico lo aiutano a indirizzarsi verso la risoluzione di questo blocco piuttosto grosso che altrimenti lo fermerebbe, lo bloccherebbe, e quindi, a quel punto equivale, come miglioramento evolutivo, come possibilità evolutiva, al flusso più tranquillo di una persona normale. Spero di essermi fatto capire, perché è sottile la cosa.

D – Dal punto di vista psicologico, un vizio è una cristallizzazione?

Bisogna un attimo vedere cosa si intende per vizio. Anche bere grappa può essere un vizio, anche fumare…

D – Cioè, voglio dire, pur essendo inconsapevole l’individuo, il vizio è sempre una cristallizzazione, no?

Da li a essere una cristallizzazione ne passa; diciamo che, al di là del fatto che certi vizi non sono del tutto negativi, vi sono anche delle componenti positive: assaggiare una buona grappa dà una certa soddisfazione a livello emotivo, a livello di pensiero e, quindi, anche a livello della coscienza.

Io direi che, per quello che riguarda i vizi, sono da inserire nello schema dei comportamenti psicologici, più che in quelli psichiatrici, quindi sono più delle “piccole soste” per arrivare alla comprensione piuttosto che degli effetti di una cristallizzazione. Non dimentichiamo poi che esistono anche le abitudini di vita.

Allora potremmo anche dire che la persona a cui piace leggere tanto in realtà è cristallizzata, e non è vero. Chi beve la grappa, ad esempio, potrebbe provare piacere a bere la grappa non soltanto perché magari la grappa gli piace ma perché in quel momento riesce a socializzare con gli altri, quindi usare la grappa come elemento portante per la socializzazione e trovare un rapporto con gli altri, trovare un rapporto affettivo, uno scambio di comunicazioni e via e via e via.

[…] D – Vorrei un altro chiarimento. Abbiamo detto che questi vortici creano una cristallizzazione e negli anni precedenti questo insegnamento parlava molte volte di non cristallizzarsi, con questo vuoi dire di non diventare paranoici?

Anche, in un certo senso sì; ora, chiaramente, noi stiamo parlando per estremi, per farvi comprendere le cose: è chiaro che vi sono delle piccole cristallizzazioni e delle grandi cristallizzazioni. Le piccole cristallizzazioni sono quelle che vi portano, ad esempio, a comportarvi sempre allo stesso modo sbagliato perché non avete compreso, creando dei piccoli vortici, dei piccoli fantasmi della mente che girano per un certo tempo all’interno di voi ma che vi è la possibilità di sciogliere, di farli cambiare, di trasformare.

Per quello che riguarda la cristallizzazione vera e propria, quella che ho riferito a casi psichiatrici, lì si tratta di un vortice che diventa praticamente quasi impossibile sciogliere per la sua rigidità di schema, per la sua intensità di vortice e via dicendo.

D – Un’altra domanda: si parlava di psicosomatismi e, in pratica, sembra che tutto sia uno psicosomatismo, oppure c’è qualcosa che non lo è?

Ma, lo ripeto, certamente c’è l’influenza dell’ambiente esterno; su questo non ci piove. Si può parlare di vero psicosomatismo nella reazione dell’individuo a quello che gli perviene all’interno della vita; per come l’individuo reagisce al virus, come l’individuo reagisce a un colpo, a una caduta e via dicendo; lì si manifesta lo psicosomatismo.

Certamente vi sono gli elementi esterni che gli mettono davanti la possibilità di far scattare o meno lo psicosomatismo. Anche all’interno del proprio corpo fisico è lo stesso discorso: se voi ci pensate un attimo, dovreste sempre essere malati dall’inizio alla fine della vostra vita, tutti i giorni; perché apparentemente il vostro fisico è così fragile, così sottoposto a influenze di tutti i tipi, ad alimenti sbagliati, ad atmosfere nocive, a stress, e via e via, che dovreste veramente essere sempre malati in continuazione, tutti i giorni e in tutti i momenti. Giusto? Perché questo non accade? 

Perché siete particolarmente forti o perché invece avete interiormente una spinta spirituale tale per cui avete compreso certe cose che vi premuniscono, vi rafforzano quando vi trovate di fronte ad una difficoltà anche del vostro fisico? C’è chi reagisce ad un’influenza e in poche ore è guarito; vi sono persone che invece un’influenza se la fanno durare una settimana.

Voi direte: ma questo dipende dalle reazioni immunologiche dell’individuo. D’accordo, ma chi fa scattare le reazioni immunologiche? Le fa scattare il cervello, potreste dire. Va bene, ma chi è che dà i comandi al cervello? E non dimentichiamo che, in realtà, poi si dovrebbe andare a toccare addirittura anche il discorso genetico, ma qua ci complicheremmo troppo la vita, questa sera. 

D – Ci sono dei libri che indicano con estrema precisione la corrispondenza tra causa e organo bersaglio; ad esempio i reni sono particolarmente indicati per il rapporto con gli altri, il fegato con una cosa tenuta dentro che ti avvelena, eccetera. Questi abbinamenti si avvicinano a qualche cosa di reale oppure sono completamente sbagliati?

Ma, guarda, io tutti gli schemi che vogliono costringere quello che succede all’individuo essere umano in una precisa griglia li prenderei e li butterei tutti a mare, perché non è possibile. 

Certamente può esserci il caso che sia anche come dicono loro, ma certamente non è generalizzabile perché ogni individuo è un universo a stante, anche soltanto per il fatto di aver ognuno un evoluzione diversa dall’altra e quindi bisogni evolutivi diversi, e questo significa che una reazione dello stesso tipo non ha la stessa genesi. Scifo

Print Friendly, PDF & Email

5 commenti su “Fantasmi vibratori e cristallizzazioni [67.2focus]”

  1. Grazie davvero estremamente interessante! Io ho un parente che soffre di paranoia da anni e il suo comportamento mette alla prova tutta la famiglia… è una sofferenza molto grande per tutti non solo per lui. Il problema è proprio quello di come riuscire ad aiutarlo, cioè dargli quegli input giusti che potrebbero smuovere la sua cristallizzazione. Non è per niente facile.

    Rispondi
  2. L’ultimo paragrafo mi sembra che mini alla radice le basi della metamedicina anche se probabilmente non ha la pretesa di essere una trattazione organica del tema quanto un “en passant”.

    Rispondi
  3. Molto interessante e istruttiva la differenza tra psicosomatismi e cristallizzazioni: nel primo caso la coscienza mette in atto un tentativo di entrare in relazione con l’ambiente, appunto attraverso lo psicosomatismo stesso dunque fa un tentativo di comprendere; nel secondo caso, non c’è o è al minimo la relazione con ciò che ci circonda, precludendo o rallentando di fatto il superamento della cristallizzazione stessa attraverso la relazione.

    Rispondi

Lascia un commento