La relazione tra il karma e la cristallizzazione [A89]

Così abbiamo esaminato le atmosfere e gli archetipi, resta un elemento molto importante da esaminare cioè il karma.

Il karma è un argomento molto complesso, anche perché bisogna che io riesca a spiegare le cose tenendo conto di quello che non avete capito e degli errori che fate e dell’interpretazione vostra degli elementi, dei concetti. E questo è un po’ come fondere pere e pietre, trovare un punto di contatto tra le cose non è mai facile. Vediamo se riesco a indicarvi alcuni elementi che possono tornarvi utili per comprendere meglio che relazione ci sia tra il karma e la cristallizzazione.

Voi facilmente dite “quello che mi è successo è il mio karma” come se questo giustificasse tutto quanto. È un errore semplice, un errore molto comune, è un errore, anche, estremamente stupido, perché cosa fa: non fa altro che attribuire all’esterno di voi stessi delle responsabilità in modo tale da avere la scusa per non guardare le vostre responsabilità.

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Così accade che tendiate a dimenticare che il karma, quando agisce su di voi, lo fa perché voi avete smosso le cause, quindi siete voi stessi coloro che avete messo in moto il karma che si è ripercosso su di voi, sia positivo che negativo, di conseguenza la responsabilità è comunque e sempre vostra, anche nelle situazioni karmiche.

[…] Quello che vi accade per karma, comunque sia, è principalmente qualcosa che proviene dall’esperienza, ogni karma che vi si presenta è fatto affinché voi sperimentiate un certo aspetto dell’esistenza che avete bisogno di vivere per comprendere la vostra interiorità.

Quindi certe domande che sono state fatte del tipo: “Sono davanti al panificio, una macchina mi viene a picchiare dentro, è un karma non è un karma” non sono di molta utilità. Certamente, può essere un karma, però pensare se la macchina che vi è venuta addosso lo abbia fatto per un karma, per voi non ha nessun significato dal momento che le gambe rotte le avete voi e continuerete ad averle voi, sapere che è un karma non è che vi possa cambiare le cose.

Certamente non riuscirete mai a capire qual è il karma insito nel fatto che la macchina vi è venuta addosso, perché non è così che devono funzionare le cose. Il karma si può comprendere e modificare nel momento in cui capiscono le cause che l’hanno messo in moto, ma non le cause che hanno messo in moto la macchina, ma le cause vostre interiori che vi hanno portato ad avere quel tipo di esperienza, così accade che molte volte i fatti che vi accadono sono sì per karma, ma ciò che vi devono insegnare ve lo mostreranno soltanto con il passare del tempo attraverso le reazioni che voi avrete a quello che sarà successo in base all’avvento dell’episodio karmico.

D – Quindi è un’osservazione in avanti, non all’indietro, di solito si prova un malessere e si cerca di capire a come si è arrivati a quel malessere, invece in questo caso devo osservare tutto quello che succede dopo.

Il karma si mette in moto spesso proprio in conseguenza del fatto che l’osservazione all’indietro di voi stessi non ha avuto risultato, quindi continuare a farlo non sarebbe altro che una perdita di tempo; entra in gioco allora l’esperienza karmica per mettervi davanti, con forza, le vostre reazioni, in modo che voi da esse possiate arrivare a capire cos’è che non avete compreso.

D – Quindi in realtà l’esempio delle gambe rotte non è che io devo star lì tanto a pensare “cosa faccio io adesso con le gambe rotte” ma porre l’attenzione a come reagisco al fatto di avere le gambe rotte.

Certamente, a come reagisci tu, che grado di accettazione hai, cos’è che ti impedisce di accettare quello che ti è successo, a chi dai la colpa, con chi te la prendi, se tendi a far la vittima o se tendi a reagire, come interagisci con le persone che ti sono vicine, cosa pretendi da loro in modo da avere tutte le possibilità di sfumature, di reazioni e di esempi da poter analizzare per far arrivare l’esperienza al tuo corpo akasico.

D – A me verrebbe da fare una domanda personale sul mio incidente, cioè da questa esperienza quello che ho capito riguardava più che altro la gestione della paura, dello star male delle emozioni che ho avuto sul momento e della paura che risuccedesse, non tanto sull’aspetto fisico dei dolori. Quindi potrebbe essere questo.

Potrebbe essere questo, ma se vuoi andare un po’ più in profondità potrebbe essere che ti ha messo davanti alla percezione sicura e indubitabile che tu non eri forte e decisa come ti sembra di essere, dato che l’incidente ha portato a galla la tua insicurezza e la tua paura di fronte alla vita, ad esempio…

Relazione tra karma e cristallizzazione

D – Quindi pensando alla relazione tra karma e cristallizzazione: il karma potrebbe essere un tentativo che fa la vita per aiutarti a superare una cristallizzazione…

Chiediamoci, dunque, come e perché un karma può aiutarti a superare una cristallizzazione. È ovvio il fatto che un evento karmico porti comunque ad aiutare l’individuo a ragionare su se stesso, quindi a scoprire anche le sue cristallizzazioni ad esempio; questo è abbastanza evidente, tant’è vero che, molte volte, attraverso un’esperienza karmica abbastanza forte e dolorosa anche gli psicosomatismi spariscono, perché magari l’esperienza karmica ha permesso di comprendere quei particolari, quelle cose che mettevano in moto il meccanismo interiore che portava al manifestarsi dello psicosomatismo. Questo, però, con quello che riguarda la cristallizzazione non può succedere, l’abbiamo detto. E allora in che maniera il karma può aiutare a superare e ad ammorbidire la cristallizzazione permettendone poi la scomparsa graduale?

[…] D – Forti traumi destabilizzano, quindi destabilizzeranno anche qualcos’altro.

L’azione decisa dal punto di vista karmico ti costringe a vedere quello che tu non volevi vedere, per spinta, influenza, conseguenza della presenza della cristallizzazione. Avevamo detto, se ricordate, che chi è cristallizzato, solitamente, non si rende conto della cristallizzazione, perché se si rendesse conto vorrebbe dire che la cristallizzazione si sta sciogliendo, e il problema principale risiede proprio nel fatto che l’individuo non si rende conto, solitamente, di essere cristallizzato.

Ora, l’esperienza karmica, l’evento karmico che interviene bruscamente, improvvisamente nella vita dell’individuo lo costringe con l’esempio diretto e forzato a osservare determinate cose di se stesso, e queste cose sono proprio i perché che hanno messo in moto la cristallizzazione, che hanno portato alla sua formazione. Ecco, quindi, che l’individuo è costretto a vedere questi elementi e a riconoscere la sua cristallizzazione, e riconoscerla vuol dire già avere incominciato a scioglierla.

Nel momento in cui, però, malgrado l’intervento coercitivo del karma, l’Io continua a rifiutarsi di ammettere con se stesso la cristallizzazione e le sue motivazioni, che cosa succede? Succede quello che abbiamo detto più di una volta, ovvero che l’esistenza non si dà per vinta e continuerà a ripresentargli una situazione che gli permetterà di avere gli elementi per rendersi conto del suo stato interiore. Però, ovviamente, siccome la prima esperienza non era riuscita nel suo intento, la forza della seconda esperienza dovrà essere maggiore quindi, come abbiamo sempre detto, che l’esperienza si ripresenterà una seconda volta, poi una terza, poi una quarta sempre con livelli di intensità maggiore, proprio per permettergli di superare questa impasse da parte dell’osservatore, di chi osserva se stesso di fronte all’esperienza.

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2 commenti su “La relazione tra il karma e la cristallizzazione [A89]”

  1. Che ci chiediamo se una esperienza sia dovuta al karma oppure no, non è che cambi poi tanto.
    Contano, come si dice nel post, le nostre reazioni di fronte al fatto e le comprensioni che ne derivano.

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