Avete mai amato davvero?

Avete mai amato davvero?
Riflettete attentamente, cercate di essere sinceri con voi stessi, poiché la chiarezza e la sincerità non sono mai stati così necessari come in questo caso.
Dal canto nostro per aiutarvi a chiarire questo punto, faremo alcune considerazioni, che poi voi – come siamo soliti dirvi – dovrete vagliare e decidere se accettare o rifiutare.
Se dovessimo noi rispondere alla domanda che vi abbiamo posto, risponderemmo che sì, avete amato in passato, ma non è stato amore quello che provavate per i vostri genitori, non è stato amore quello che avete provato, in età più adulta, per altre persone, non è stato amore quello che dite attualmente di provare per chi vi sta a fianco, o per i vostri figli.

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La favola dell’upupa

Al canto dell’upupa il guerriero guardò l’intrico della foresta e pensò tra :
«Senti come strilla. Certo sta preparandosi a difendere il suo nido dall’attacco di qualche nemico!» e riprese il cammino.
Il pellegrino udì l’hup… hup… hup e meditò:
«Canta ancora, creatura, la gloria di Dio» e continuò lungo la via.
Il mercante, adirato per la cattiva giornata, nell’udire il suono dell’uccello gridò, irritato, alla foresta: «Brutta bestiaccia, hai poco da prendermi in giro. Fatti avanti, così mi consolerò con un buon arrosto!».

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Nascere ogni giorno rinnovati

Quante volte nel corso dei nostri incontri vi abbiamo detto di nascere ogni giorno; e quante volte queste parole vi sono passate sopra senza lasciarvi il minimo segno; e quante volte ancora ci avete mostrato di non comprendere il senso delle nostre parole!
Nascere ogni giorno comporta ed implica molta buona volontà, un grande desiderio di cambiare, d’essere diversi, di rinnovarsi, di apparire al nuovo giorno modificati interiormente.
E per meglio comprendere il senso delle nostre parole, cercate di vedere che cosa rappresenta la nascita di una nuova, dolcissima creatura,

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La nuova nascita e il condizionamento del karma (IF8)

Insegnamento filosofico 8
Di recente qualcuno tra voi voleva sapere se le incarnazioni precedenti influenzano l’ultima incarnazione ed eventualmente quali tracce lasciano sull’ultima vita di un individuo, come possono condizionarlo e via dicendo.
Ad ognuno di voi può essere capitato di sentire un’attrazione particolare per qualche paese, di sentire quasi il bisogno fisico di recarsi a visitare certi posti, o di avvertire internamente una repulsione per certi luoghi o per determinate epoche del passato. Questi, spesso, sono segni che quei luoghi o quelle epoche sono stati teatro di un’incarnazione di quell’individuo nel corso della sua evoluzione, incarnazione vissuta felicemente o infelicemente.

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Partire dalla propria realtà, non da un dettato morale

Noi non vogliamo cambiare radicalmente la tua essenza, non vogliamo sradicarti dall’ambiente in cui vivi dettandoti modi di essere che tu puoi seguire e vivere, per ora, più come concezione astratta e teorica che come parte di te stesso e della tua realtà.
Se facessimo questo verremmo meno ai nostri intenti e, invece di guidarti verso un sentire più ampio, ti guideremmo in cima a una vetta dalla quale scorgeresti orizzonti inimmaginabili,

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Il deprecabile di oggi, domani potrebbe essere desiderabile

Ricordate bene le parole che vi sto per dire: esse non sono Grandi Verità – non sono così presuntuoso da ritenere di essere portatore di un così grave fardello – ma sono verità che io stesso ho compreso e imparato attraverso l’esperienza di incredibili errori e, quindi, di innumerevoli vite. Era ad esse che mi riferivo qualche tempo fa parlando di quella che ho definito “legge dell’ambivalenza” e che ho affermato essermi tanto cara.

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Il distacco del corpo astrale dal corpo fisico al momento della morte (IF7)

Insegnamento filosofico 7
E’ mia intenzione fornirvi qualche piccolo elemento riguardo al distacco del corpo astrale dal corpo fisico al momento della morte.
Certamente, coloro che hanno già letto i nostri messaggi ne ricorderanno uno in cui veniva parlato dei nadis (si veda l’ultima parte di questo post) ed io vi dico che ciò che allora era stato detto ha un collegamento non indifferente con il distacco del corpo astrale dal corpo fisico al momento della morte.

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L’Io e il vittimismo come mezzo per raggiungere i suoi scopi

Tra le varie armi che l’Io ha a sua disposizione per affermare se stesso e ottenere ciò che lo gratifica, ve n’è una sottile e subdola che colpisce a fondo e ottiene, quasi sempre, buoni risultati, tanto che la consiglio vivamente a tutti coloro che cercano di ottenere qualche cosa e non riescono a ottenerla attraverso vie più tradizionali e scoperte.
Devo dire che questo strumento di cui sto parlando non è dei più facili da usare poiché richiede doti collaterali a suo sostegno; tuttavia queste doti son patrimonio comune di ogni Io grazie a una lunga pratica e a un’esperienza incominciata fin dal suo primo formarsi.

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