Molte strade, un’unica destinazione

Non tutti quelli che sono incarnati si rendono pienamente conto di quanto la vita che stanno vivendo sia in realtà un viaggio; un viaggio di cui quasi sempre non si ha consapevolezza della destinazione, ma anche un viaggio che, lungo il percorso, dà la possibilità, di volta in volta, di raccogliere degli elementi per precisare i suoi contorni.
Certo, il fatto che manchi il concetto di destinazione, di punto d’arrivo, può essere destabilizzante, può far sembrare estremamente faticoso il viaggio, ma se si riesce a guardare attorno con attenzione, può essere consolante il fatto di rendersi conto che non è mai, comunque, un viaggio solitario, ma è compiuto in grandissima compagnia,

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Accettare, conoscere, imparare dai propri limiti

Quando si è incarnati sul piano fisico, voi lo sapete, si tende ad attribuire alle cose esterne il perché dei problemi che si incontrano; quindi, prendendo proprio come esempio quello fatto da G., ovvero della persona che ha il problema del naso, è giusto sottolineare – secondo me – che il problema non è il naso, esso è soltanto l’elemento procurato dall’esistenza per far sì che l’individuo vada incontro a un problema interiore; il naso è la manifestazione esterna del problema, è quello che punta dritto (non solo metaforicamente) indicando la direzione in cui l’individuo deve guardare il proprio limite.

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La sofferenza nella conoscenza e nella consapevolezza di sé

È molto facile porsi nello stato d’animo che scarica la responsabilità di quello che accade sulle altre persone, riuscendo bellamente ad evitare di trovare anche soltanto il più piccolo perché che riguarda se stessi!
Siete maestri in questo, così come lo fummo noi ai nostri tempi! Eppure, noi veniamo, siamo qua, proprio per rendervi attenti e consapevoli che questo atteggiamento nei confronti della vita e delle esperienze che vivete è sbagliato.

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Condividere le esperienze con l’altro e farsi conoscere

Comunicare alle altre persone – e non soltanto ai propri figli o ai propri genitori – quello che veramente si pensa significa offrire la possibilità di comprendere meglio la persona che sta loro davanti.
Com’è possibile essere compresi se non ci si mette in gioco scoprendo una parte di stessi?
Certo, per farlo è necessario superare gran parte delle barriere che da soli si mettono perché si ha paura di mostrarsi deboli; ci si arrampica sugli specchi per trovare mille scuse e mille motivazioni per non fare ciò che in realtà si sentirebbe come giusto. “Io non ho ricevuto nulla da giovane, quindi non ho imparato a ricevere e cosa posso dare se non so, se nessuno mi ha insegnato a dare?”.

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